«Mi piace avere qualche dubbio e non avere troppe certezze». Comincia così Eusebio Di Francesco il suo “Roma anno II”. I dubbi sono esistenziali,...
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DIFFERENZE
Con Pastore in campo a Torino, forse Eusebio avrà maggiore bisogno di un centrocampista con caratteristiche più difensive, un equilibratore. Con Cristante e Pastore sarebbe un reparto nuovo per due terzi e magari un po’ squilibrato in questo momento ancora di preparazione: uno (Cristante), come dice Di Francesco, è un incursore, l’altro (Pastore) è un rifinitore che quest’anno dovrà adattarsi a portare la sua qualità partendo da mezz’ala. Questa è la grande scommessa. «Abbiamo messo dentro calciatori che hanno caratteristiche importanti, sia tecniche sia umane. Per essere competitivi dobbiamo avere tanti giocatori in grado di fare i titolari. E non cambio mdulo. E’ solo una questione di principi», le parole di DiFra. Ma adesso ce ne sono troppi da gestire. Tanti che, per gioventù e inesperienza, di partite potrebbero giocarne davvero poche, vedi Zaniolo e/o Coric (oggi Gonalons si trasferirà in prestito al Siviglia). Ma Di Francesco pensa che la sua Roma - aspettando anche Nzonzi - possa essere all’altezza per lottare con le altre big? «Parlarne adesso sarebbe inopportuno. Sono andati via giocatori importanti, magari è saltata qualche operazione che avremmo voluto (Malcom, ndr), ma nell’insieme sono soddisfatto: abbiamo calciatori e soprattutto uomini interessanti. E la rosa potrebbe essere ulteriormente sfoltita». Quanto all’attacco, oggi Di Francesco si affida al vecchio tridente (Perotti è indisponibile), Under, Dzeko ed El Shaarawy. «Il calcio italiano, con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, ha aumentato la sua qualità. Poteva arrivare anche Modric? Sì, anche noi potevamo prendere Messi. Tra il dire e il fare c’è di mezzo è il mare...». E niente, ricomincia il duello con l’Inter (e Spalletti).
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Il Messaggero