Il ritorno di Perotti, la buona prova di Schick, la perla di Zaniolo. La Roma chiude il 2018 all'Olimpico con un netto successo sul Sassuolo che permette di arrivare senza...
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a stessa cosa che si chiede adesso a Zaniolo, protagonista della serata in virtù del cucchiaio che di fatto ha chiuso la partita. «Avevo chiesto due giocatori dell'Inter e prima di tutto Zaniolo - rivela Di Francesco tornando allo scambio con Nainggolan -. Mi prendo il merito di questa scelta, poi i giocatori vanno messi anche in campo. Per me non esiste la carta di identità. Adesso è diventato una pedina importante ma deve continuare a lavorare con umiltà». Messaggio che Zaniolo ha subito recepito tanto che ai primi paragoni con gli 'scavettì di Totti tira il freno: «Parlare di Francesco è una forzatura, c'è tanto da lavorare. L'importante erano i tre punti, e ora c'è il Parma: bisogna farsi trovare pronti e assolutamente vincere per rientrare in corsa Champions».
Certo, per il giovane talento la serata sarà indimenticabile: «Il primo gol in Serie A lo sognavo sin da quando ero bambino. Una serata perfetta, non ci sono parole, faccio ancora fatica a realizzare, sono veramente felice perché oltre al gol è arrivata anche la vittoria». In casa Sassuolo c'è invece da registrare l'amarezza del tecnico Roberto De Zerbi per quella che definisce «partita strana» forse condizionata dall'episodio del quasi autogol di Schick. «Dopo quella situazione siamo spariti dal campo - sottolinea - abbiamo fatto male e meritato di perdere. Non ci siamo presentati e la responsabilità è mia, non siamo ancora pronti a fare il salto di qualità, ma ci arriveremo, dobbiamo essere testardi. Non ci piangiamo addosso. Ci mettiamo una pietra sopra questa prestazione e ora dobbiamo tornare a fare punti alla prossima partita».
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Il Messaggero