Roma, Cristante sceglie la n°4 di Nainggolan: «Non sono qui per fare la guerra con il passato»

Roma, Cristante sceglie la n°4 di Nainggolan: «Non sono qui per fare la guerra con il passato»
Senza paura e con un pizzico di sfrontatezza Bryan Cristante si presenta alla stampa nel giorno del suo secondo ritiro: «Nei confronti dei tifosi il peso c’è in...

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Senza paura e con un pizzico di sfrontatezza Bryan Cristante si presenta alla stampa nel giorno del suo secondo ritiro: «Nei confronti dei tifosi il peso c’è in qualsiasi caso. Non arrivo qui per fare la guerra a chi c’è stato, ma per fare il mio percorso. Penso a me stesso e al presente». Ecco le parole di Cristante


Le prime impressioni. «La Roma mi ha fatto una grande impressione, il mister ha fatto un gran lavoro, i risultati in Champions e in campionato l’hanno dimostrato»

I primi allenamenti. «Sono ancora all’inizio, ci stiamo rimettendo in moto e riattivando. Ci ha dato un input delle sue idee, di fare un bel calcio e tenere la pressione alta. Adesso avrò tempo di lavorarci bene e stare a completa disposizione».

Aumentare quota gol. «Il mio obiettivo è fare il meglio possibile a livello di prestazioni. Se si portano dei gol si dà un aiuto maggiore alla squadra». 

La carriera all’Atalanta. «È stata una crescita normale di un giovane. Tutte le mie esperienze mi hanno dato qualcosa in più, all’Atalanta ero al momento giusto per esprimere il mio potenziale. Ero aiutato da ambiente e allenatore e tutto il percorso che ho fatto mi ha dato una mano per trovarmi in quella situazione». 

La Lazio. «Non ho guardato mai le notizie dei giornali e delle tv. C’è stata l’offerta della Roma e qui è il posto giusto per me, per l’allenatore che c’è e per la società. Appena c’è stata questa offerta sono corso qui». 

Il costo del cartellino. «I tempi sono cambiati quindi con il mercato di adesso i prezzi sono più alti, il paragone non si può fare. La vivo normalmente, posso crescere ancora tanto e lo dovrò dimostrare». 

Gasperini. «È un bravissimo allenatore, soprattutto con i giovani perché li aiuta a crescere. Il gioco che ha mi ha agevolato, ma non penso che ci siano pozioni magiche. Si deve lavorare per continuare a crescere». 

Il modulo di Di Francesco. «C’è un grande allenatore che sa valorizzare le mezzali. Con lavoro e voglia si può fare benissimo anche qui». 

Il peso del numero 4. «Nei confronti dei tifosi c’è in qualsiasi caso, ma a livello di peso non lo sento. Non arrivo qui per fare la guerra a chi c’è stato, ma per fare il mio percorso. Penso a me stesso e al presente». 

L’esperienza al Benfica. «Ero un giovane di 18 anni in uno dei top club europei, non era il mio obiettivo essere titolare fisso. Volevo fare le mie esperienze e quando ho sentito di voler giocare sono uscito». 


La sintonia con Gomez. «Ci sono tanti campioni nella Roma, non sarà difficile chi mi mette le palle giuste. Sono i primi giorni e non so dirlo ancora». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero