Roma, crisi degli esterni: Spinazzola è infortunato, Zalewski fatica. E la fascia destra è senza padrone

Roma, crisi degli esterni: Spinazzola è infortunato, Zalewski fatica. E la fascia destra è senza padrone
La crisi degli esterni è ormai cosa nota a Trigoria. Non ha colpito solo quest’anno, ma è uno scompenso che va avanti da diverse stagioni. Quasi tutti i...

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La crisi degli esterni è ormai cosa nota a Trigoria. Non ha colpito solo quest’anno, ma è uno scompenso che va avanti da diverse stagioni. Quasi tutti i direttori sportivi che si sono alternati sulle poltrone di Trigoria, non hanno mai voluto investire con decisione sui terzini o sui quinti. Eccezione non l’ha fatta nemmeno Tiago Pinto che la scorsa estate non è riuscito a regalare a Mourinho un “quinto” titolare, nonostante la necessità era impellente. Impellente perché José gioca con il 3-5-2, un modulo in cui gli esterni sono determinanti alla buona riuscita della manovra d’attacco. L’Inter ne è stata la dimostrazione nella gara contro la Roma perché Dimarco è stato la chiave per battere i giallorossi. Per non parlare di Dumfries che ha fatto girare la testa a Zalewski per tutta la partita. A proposito del polacco, la sua non è una stagione da incorniciare. Il giocatore che ha lanciato Mourinho nel suo primo anno, è solo uno sbiadito ricordo. Tant’è che ha giocato quasi sempre Spinazzola, ma ora che si è infortunato non potrà essere a disposizione per qualche settimana.

 

La fascia destra

A destra la situazione non è migliore perché nella finestra di mercato estiva l’obiettivo era vendere Karsdorp e prendere un suo omologo. Alla fine, è arrivato Kristensen in prestito secco dal Leeds. Anche in questo caso, manovra a risparmio proprio per non investire in quel ruolo. Un anno fa è stato acquistato Celik dal Lille per 7 milioni, ma non ha mai fatto la differenza. Insomma, le fasce sono il tallone d’Achille della Roma. Un peccato considerando l’ingaggio di un centravanti come Lukaku che rappresenta un punto di rifermento soprattutto per gli esterni. Cross precisi e inserimenti velenosi possono trasformarsi facilmente in gol per la punta. Dimarco e Thuram insegnano.

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Il Messaggero