Il giorno dopo è anche peggio: l’Atalanta scappa a più tre dalla Roma e sabato c’è lo scontro diretto a Bergamo. Il distacco, sia chiaro, non...
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CONFUSIONE
La confusione è totale, insomma, e Fonseca l’ha abbracciata, non riuscendo a gestire l’ennesima emergenza. Bravo a uscire dalla prima crisi, inerme davanti a questa, con pochi mezzi. E se alla Roma togli due elementi importanti (vedi Zaniolo e Diawara), o li rimpiazzi a dovere o inventi qualcosa di diverso, che possa coinvolgere e valorizzare i restanti. Questo Fonseca non lo ha fatto, andando avanti a testa bassa sui vecchi principi tattici, ma che ora non vanno più bene: per questo sta pensando di cambiare modulo e uomini per lo scontro diretto con l’Atalanta e non solo. Tutto questo e gli ultimi risultati, hanno reso Paulo vulnerabile, quindi in discussione. Siamo alle solite, la colpa rischia di essere attribuita solo dell’allenatore, non pensando che in questi nove anni Usa ne sono stati cambiati otto. Oggi la squadra, dice Fonseca, ha paura. Ma paura di cosa? Possibile che ogni anno si torni a parlare di questioni mentali? Si è tremendamente abbassato il livello tecnico, è evidente. Basti pensare a chi era in rosa due anni e mezzo fa e chi c’è ora. Questa è una Roma modesta e per non sembrarlo deve girare tutto alla perfezione. Se non stanno al massimo i leader, Kolarov, Mancini, Smalling, Dzeko, tutto crolla. E il futuro è tutto da riscrivere. Dall’anno zero all’anno zero. E si ricomincia. All’infinito. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero