Roma, come un mese fa è tornata la confusione

Roma, come un mese fa è tornata la confusione
Siamo tornati indietro di un mese, quando lo schema principale - lo abbiamo capito a Bologna -  era la confusione. L’anemia di gruppo, quella delle prime giornata,...

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Siamo tornati indietro di un mese, quando lo schema principale - lo abbiamo capito a Bologna -  era la confusione. L’anemia di gruppo, quella delle prime giornata, fino, appunto al nefasto pomeriggio del Dall’Ara. E’ bastata una sosta per riaccendere i vecchi problemi, per tornare alla pochezza. Basti controllare gli ultimi quindici minuti di Roma-Spal: dentro due trequartisti veri (Pastore e Coric), uno dell’ultima ora (Pellegrini), due esterni d’attacco (El Shaarawy e Kluivert) e un centravanti (Dzeko). Si difende quando occorre e come capita, infatti come va va e va che Olsen toglie dalla porta due volte lo zero a tre e lo zero. E’ andata male, perché la confusione, in questo caso dell’allenatore, non aiuta la ragione e la Roma che doveva recuperare due gol agli spallini non riesce a fare il solletico a Gomis dopo e Milinkovic Savic prima.  E’ sembrata un Roma-Atalanta che non ce l’ha fatta. Non ce la faceva prima con il 4-3-3, non ce la fa oggi col 4-2-3-1, ma il sistema di gioco, i numeri contano fino a un certo punto. Non ce l’ha fatta anche perché Dzeko non ce la fa proprio, ha bisogno di rifiatare un po’: non è da lui sbagliare certe palle, due poi terribili, che di solito mangia a colazione. C’è pure chi, come Kluivert, che rivendica minuti, poi glieli danno e si perde. Oppure chi, come Schick, si fa male sul più bello, proprio quanto toccava a lui. Fischi. fischi, alla fine fischi di tutto l’Olimpico. Fischi alla confusione e/o all’inadeguatezza. non si sa. Aspettando una seconda resurrezione, sperando sia quella definitiva. 
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Il Messaggero