Prima ripartire e poi sperare. Perché conquistare il quarto posto - vista la situazione finanziaria nella quale versa il club - farebbe tutta la differenza del mondo....
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IN EXTREMIS
L’emozione per il gol di Perotti in pieno recupero contro il Genoa - che regala il successo per 3-2 e la qualificazione diretta alla Champions a discapito del Napoli - s’intreccia con una giornata difficile da dimenticare, segnata dall’addio al calcio di Totti. Stagione 2017-18: anche in questo caso il rush finale della Roma non trova eguali. Di Francesco inanella 8 vittorie, tre pareggi e una sconfitta che gli permettono di tenere a distanza di sicurezza l’Inter (finita a - 5) e ottenere così l’accesso diretto all’Europa che conta. Soltanto nella passata stagione il trend positivo s’interrompe. A Ranieri, infatti, non riesce l’impresa di riacciuffare per i capelli il quarto posto: lo score è di 6 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. Anche in questo caso, però, il finale è in crescendo. Perché i due ko arrivano nei primi 3 match della serie delle 12 partite. Tradotto: nelle ultime 9 la Roma non perde più, racimolando 19 punti (media 2,1). Numeri che s’intrecciano anche con i rush primaverili di Fonseca allo Shakhtar. Dopo la sosta di due mesi per la pausa invernale, nel primo anno Paulo vince il titolo, interrompendo l’egemonia della Dinamo Kiev. Nelle 14 gare disputate (due in più di quelle che attendono la serie A) la serie è di 9 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. Ancora meglio la stagione seguente quando lo scudetto lo vince al fotofinish con appena due punti di vantaggio: inizia con un filotto di 7 successi e conclude con lo score di 12 vittorie e 2 sconfitte. Lo scorso anno, invece, vince 10 dei primi 11 match, chiudendo senza ko con 12 vittorie e 2 pareggi.
KARSDORP C’È
Intanto mentre a Trigoria proseguono gli allenamenti individuali con la comparsa del pallone e nel rispetto delle misure di sicurezza e di distanziamento sociale (out Pau Lopez e Perotti), Karsdorp - in previsione di un ritorno - lancia un appello: «Lo scorso anno Fonseca mi disse subito che ero libero di andarmene. Ora vorrei una seconda chance».
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Il Messaggero