«Mi hanno detto che con questo cavernoma non sarei tornato a giocare» e «quando il mio bambino di 10 anni mi chiedeva perché non giocassi, non potevo dire che avevo paura di...
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La scoperta. «Alla sera sono stato un po’ male come se fossi in barca, un po’ di vertigine, pensavo di essere stanco e sono andato a dormire. La mattina mi sono svegliato ancora così, sono andato dal dottore e abbiamo fatto una risonanza e scoperto questo piccolo edema sul cervelletto. Da lì è iniziato tutto questo...».
L'operazione. «Quando il dottore mi ha detto: Leo, l’intervento è andato alla grande e non c’è più il cavernoma è stato il momento più felice della mia vita e veramente volevo ringraziare Dio perchè se non era lui a darmi questa forza, non so come avrei fatto… Adesso sono più innamorato di questa città e di questa squadra, il mio sogno è vincere questo scudetto, sarebbe bellissimo. Sono sicuro che questa è la strada giusta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero