Roma, scelta di Campos

Campos
C’è lo scatto di Campos, come ds o almeno da consulente di mercato. Ancora niente di ufficiale, ma Pallotta sembra davvero convinto di affidarsi al dirigente del...

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C’è lo scatto di Campos, come ds o almeno da consulente di mercato. Ancora niente di ufficiale, ma Pallotta sembra davvero convinto di affidarsi al dirigente del Lille, seguendo come sempre il suggerimento di Baldini. Al tempo stesso, anche per non sminuire il management di Trigoria, prepara la conferma di Massara. Da 15 giorni, a Boston e nella Capitale, si lavora sull’accoppiata: lo straniero e l’italiano. Due anime per il rafforzamento della Roma. E per il compromesso dentro la società giallorossa. La soluzione in tandem piace al presidente e deve per forza star bene a chi vuole partecipare alla vita del club. Prendere o lasciare.


SPINTA ESTERNA
Baldini, insomma, non arretra. Anzi, la scelta di Campos ne rafforza il ruolo: Pallotta lo considera il principale punto di riferimento per ogni decisione. Il presidente ascolta il manager che lavora tra Londra e Città del Capo. E che, con idee e appuntamenti, segue l’aspetto finanziario e quello sportivo. È lui che, come fece 6 anni fa indicando lo sceicco Al Qaddumi (e sbagliando completamente figura), ha aperto il contatto con il fondo QSI di al-Khelaifi (Pallotta ha smentito ogni trattativa). Ed è sempre Baldini che incontra Sarri per proporgli la panchina nella prossima stagione.

BRACCIO DI FERRO
Se, al fianco del ds Massara, vedremo il consulente Campos, ecco che Totti uscirebbe ridimensionato o quantomeno resterebbe ancora fuori dalle stanze che contano. Così Francesco, sarebbe costretto a chiarire alla piazza di non essere stato preso in considerazione per la rifondazione. Come, andando a rileggere quanto detto nel prepartita di Roma-Napoli, avrebbe voluto. Totti sarebbe, dunque, tagliato fuori dal compromesso voluto da Pallotta per non creare strappi tra chi opera nella Capitale e chi lo fa dall’estero. Il suo ruolo è da definire e bisogna capire se lo accetterà. Il vicepresidente Baldissoni e il Ceo Fienga, invece, aspettano la scelta definitiva sull’erede di Monchi. A loro è già chiaro il piano della proprietà Usa.

PRIORITÀ ANNUNCIATA
Il primo step è il ds, dopo si individuerà l’allenatore, magari aspettando, per l’incoronazione, di conoscere il piazzamento finale della Roma. Petrachi, pur avendo la possibilità di liberarsi dal Torino, è in ribasso: avrebbe capito di non potersi giocare l’amicizia di Conte, orientato su altri club. Baldini continua a insistere su Sarri che, per il profilo, metterebbe d’accordo ogni componente, interna ed esterna. Avrebbe già la disponibilità dell’allenatore e, a quanto pare, pure la certezza del divorzio dal Chelsea a fine stagione. Campos, affidandosi alla scuderia Mendes, può invece portare in dote Fonseca o Jardim. In teoria pure Mourinho, già proposto in Bundesliga.

SOLUZIONE INDIGENA

Massara, come se niente fosse, fa il suo percorso. Nelle ultime ore l’incontro con il manager di Castagne (23 anni e terzino per entrambe le fasce) e Freuler (27 anni e mediano), titolari dell’Atalanta come Mancini (23 anni e difensore centrale), bloccato già prima di Natale, e Ilicic (31 anni e attaccante), nel mirino anche a gennaio. Se sono loro gli obiettivi, torna d’attualità Gasperini. Nella lista del ds (per ora a tempo determinato) anche Cragno del Cagliari (25 anni e portiere), Tonali del Brescia (19 anni e regista) e Belotti del Torino (25 anni e centravanti). Giampaolo resta l’alternativa a Gasperini, con la benedizione di Baldini. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero