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IL RETROSCENA
La cena dell'altro giorno in uno stabilimento di Ostia è stata apprezzata dal gruppo, funestato dall'addio traumatico di Mourinho. Uno spogliatoio che aveva bisogno di un ritorno alla normalità, dopo tre anni vissuti sulle montagne russe umorali del portoghese.
Un nuovo inizio. Coinciso, fortuna vuole, con due successi, anche agevolati da un calendario non impossibile. Ora serve il terzo sigillo, il più importante. E poco importa che questa sera dovrà incrociare Ranieri: «A lui mi uniscono tanti bei ricordi, forse i due momenti più emozionanti in giallorosso: l'anno in cui abbiamo sfiorato lo scudetto e quello in cui ci siamo accompagnati a vicenda alla porta, lasciando la nostra squadra del cuore. Quando questi momenti emozionanti li passi accanto a un uomo come lui, è tutto di guadagnato. Ha un fare elegante, un po' romanesco, un'intelligenza acuta che ti dà sfumature che magari non hai colto. Da una chiacchierata con lui esci sempre arricchito. Mi farà piacere batterlo quest'anno dopo il match dell'anno scorso con la Spal, ho un affetto vero per l'uomo e il rispetto per l'allenatore». E per farlo, si affiderà ancora una volta all'estro di Dybala. Che omaggia con un paragone illustro: «Ci sono giocatori che hanno una lettura tale e un talento che un po' di libertà gliela devi dare, l'importante è l'occupazione degli spazi. Poi a ridosso dell'area Paulo fa come gli pare, la soluzione la trova da solo. Ho giocato 20 anni con Totti e nessuno gli diceva cosa fare o dove andare. Noi dovevamo solo abbassare la testa e aspettare che arrivasse la palla da spingere dentro. Se riconosciamo che quel tipo di talento ce l'ha anche Dybala, dobbiamo sfruttarlo».
SOLD OUT
Oggi per la prima volta potrà scegliere. In mediana dovrebbe dare spazio a Cristante, Bove e Pellegrini, dietro il dubbio è se lanciare Angeliño dal via oppure dare fiducia a Kristensen, deluso dall'esclusione dalla lista europea. Quell'Europa che a breve presenterà il primo sliding-door stagionale: «Questa settimana abbiamo lavorato tanto e bene ma non vediamo finalmente di giocare la coppa e speriamo duri il più a lungo possibile». Per lui, per la Roma e, perché no, anche per archiviare definitivamente il fantasma di Mou (ieri al Da Luz per assistere a Benfica-Gil Vicente). Oggi, intanto, l'Olimpico sarà sold-out. Un altro tassello a favore di Daniele, il normal One. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero