La due diligence è stata completata poco meno di un mese fa e proprio in quei giorni di metà novembre Dan Friedkin, fermatosi 8 giorni (dal 13 al 20) nella Capitale...
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È, invece, questa la fase più delicata, con il classico braccio di ferro tra chi vende e chi acquista. Friedkin vorrebbe chiudere prima di Natale. Non ha ancora convinto, però, Pallotta. Che, pur considerando serio e affidabile il potenziale investitore, vorrebbe incassare quella che è stata la sua richiesta ufficiale: 1 miliardo di euro. Il prezzo adesso è più basso, ma non ancora quello giusto: la proprietà Usa è scesa a 850-900 milioni. Così divisi: 272 per coprire i debiti del club, 130 (su 150) di aumento di capitale da sottoscrivere per intero entro 31 dicembre 2021 e i rimanenti 450-500 per completare l’operazione (dentro anche gli 80 spesi finora per il progetto stadio). Ne discutono quotidianamente i legali e gli advisor, con Goldman Sachs a rappresentare il presidente giallorosso. E, negli States, i diretti interessati, James e Dan, attraverso gli intermediari. Il tycoon, pure per accorciare i tempi, punta a entrare subito nell’As Roma SPV LLC, la società che detiene il controllo indiretto di As Roma spa tramite la sua controllata Neep Roma Holding spa. Quando poi chiederà a Pallotta di lasciargli il controllo del club, entrando nel cda giallorosso, dovrà comunque lanciare un’opa.
PROSSIMO STEP
L’unica mossa scontata, a breve termine, la farà Pallotta: entro fine dicembre interverrà personalmente con la prima quota per l’aumento di capitale, versando circa 40 milioni (la successiva è prevista a marzo), più altri 10 (conversione di vecchi crediti). E’ il sostegno finanziario di cui ha bisogno la società giallorossa, come ammesso in pubblico da Fienga, per la gestione della squadra. Discorso a parte, invece, per i terreni di Tordivalle. L’imprenditore ceco Vitek li acquisterà da Unicredit entro metà dicembre, iniziativa che sta bene sia a Pallotta sia al Comune perché avrebbero un interlocutore finalmente solido. Vitek, comunque, non è interessato alla Roma. Ma il vecchio (o nuovo) proprietario, ottenuto il via libera dal Campidoglio, dovrà poi trattare con lui per (ri)prendersi l’area su cui costruire l’impianto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero