Sotto gli occhi del Capitano, presente (per ora) in tribuna e non (ancora) in campo, Edin Dzeko, il Grande Osservato, ha impiegato meno di due minuti per dare un senso alla sua...
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IN MOVIMENTO
Concentrato alla ricerca del gol (e non solo), Dzeko non ha mai offerto un bersaglio fisso ai difensori di Schmidt: si è mosso da una parte all'altra della difesa del Bayer, preoccupandosi anche di dare una mano in fase di non possesso, inseguendo e controllando le avanzate degli esterni tedeschi. Poi, alla prima vera occasione, cioè alla prima palla giusta per le sue caratteristiche, Edin ha fatto scoppiare l'Olimpico di felicità. Verticalizzazione centrale al bacio di Nainggolan, controllo e fuga a tutta birra di Dzeko: uno sguardo alla porta del Bayer, tocco chirurgico con il piattone destro ai danni del povero Leno e... E giù cori da brividi per il numero 9. In meno di mezzora, insomma, un assist e un gol. Alla faccia dei professionisti della critica precostituita. Ah, altro sorrisone in tribuna del Capitano e capelli ancor più bianchi per un affranto Rudi Voeller, il tedesco che volava sotto la curva.
CUORE BOSNIACO
Poi, a dimostrazione/conferma che il problema della Roma non si chiama Dzeko, ecco i due gol del Bayer in apertura di ripresa. Sparita nel giro di pochi minuti la Roma devastante del primo tempo, spazio ad una squadra inguardabile se/quando chiamata a difendere sulla pressione degli avversari. E così la festa si è trasformata in sofferenza. A riportare la serata sui binari della gioia, però, ci ha pensato Pjanic, il fratellino di Dzeko (che, da leader, ha urlato la massima attenzione ai suoi dopo il rigore). E, forse, non poteva che andare così. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero