Roma-Basaksehir, Pastore croce e delizia: il suo un andamento lento e illuminato

Roma-Basaksehir, Pastore croce e delizia: il suo un andamento lento e illuminato
La si può vedere in due modi. 1) Che è solo l’inizio, al netto degli errori, e bisognerà dargli tempo. 2) Che non c’è verso, siamo alle...

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La si può vedere in due modi. 1) Che è solo l’inizio, al netto degli errori, e bisognerà dargli tempo. 2) Che non c’è verso, siamo alle solite. Così, Javier Pastore. Capace di pause larghe e fastidiose, di indolenze pesanti e di giochi di luce che partono da quel piede vellutato, che un po’ tutti sappiamo riconoscere. Così è stata la sfida di Europa League: El Flaco ha deliziato e innervosito. Il problema, in questo caso, è il ritmo. Questo è un calciatore che va piano, il suo è un andamento lento. E forse, conoscendo le turbolenze del calcio italiano, non va benissimo. Lui il nostro campionato, lo conosce, lo ha vissuto circa dieci anni fa, quando vestiva la maglia rosa e nero del Palermo. Dieci anni, circa. Dieci anni in meno, circa,  sul suo corpo. Mica pochi. Diciamo che di positivo c’è che quest’anno potrà, quelle volte che Fonseca lo chiamerà in causa, giocare sulla trequarti, la posizione che più predilige, come ha fatto stavolta contro la squadra di Istanbul in Europa League, vedi un dribbling con tunnel sotto la Monte Mario, l'assist perfetto per Dzeko e altre piccole giocate di qualità. Trequartista lento ma di altissimo talento. Sempre che diventi facile togliere il posto a Pellegrini, che si è posato su quel ruolo come un avvoltoio. Ma questo è tutto un altro discorso. 
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Il Messaggero