Il futuro di Antonio Conte deve essere ancora scritto. Al di là di dove allenerà, una cosa è certa: la Roma sta provando a convincere l’ex ct. E proprio...
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Operazioni che servirebbero non tanto per rientrare nei parametri finanziari entro il 30 giugno (dove a bilancio figurano già le cessioni di Strootman e di Alisson) ma in ottica futura, sapendo di non poter contare sui milioni della maggiore competizione europea per club. Una falsa partenza che rischia di minare in partenza il corteggiamento a Conte. Che però, ama lavorare circondato da persone di assoluta fiducia. E a Trigoria ritroverebbe Totti, Vito Scala, De Rossi e Florenzi, con le quali in nazionale ha legato molto. Senza contare che in ballo c’è ancora la questione legata a Petrachi, suo amico fraterno. La differenza quindi la farà cosa Pallotta (che al nome di Conte in privato, fa finta di non conoscerlo, ndc) sarà in grado di garantirgli. Se Sarri, probabilmente al momento il candidato in pole per la panchina giallorossa, è un tecnico che più volte ha dichiarato (pubblicamente e in privato) di essere abituato a lavorare con il materiale che il club gli mette a disposizione, Conte è stato capace nel 2004 (dopo aver vinto 3 scudetti consecutivi) di lasciare la Juventus, «perché non puoi sederti al ristorante da 100 euro con 10 euro in tasca». In una parola: ambizione. E la domanda, senza girarci troppo intorno, è proprio questa: la Roma è ambiziosa quanto Conte? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero