Più che un giocatore di tennis Jannik Sinner è una teoria fisica. Prendete una pallina e lasciatela scorrere su un piano inclinato. Per quanto impercettibile possa...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FORZA MENTALE
Jannik Sinner è senza dubbio un tennista dotato tecnicamente e tatticamente. Non a caso l’accostamento per similitudine che viene più spesso utilizzato è quello con Novak Djokovic. Ma se nell'epopea del tennis si sono ammirati moltissimi giovani abili con la racchetta che sono poi evaporati nella storia, guardando Sinner c’è la certezza quasi scientifica che ciò non accadrà. Perché l’elemento che fa la differenza è una forza mentale di cui non tutti gli essere umani sono dotati. Lo si è visto a Roma, dove ha battuto al terzo set Stefanos Tsitsipas dopo aver perso malamente il secondo: pensi «ora crolla» e lui invece rimette insieme i pezzi e vince. Anche ieri ha fronteggiato con grande maturità alcune palle break pericolose di Zverev e non si è disunito dopo aver perso il terzo parziale. Il tutto da debuttante, perché il giovane Sinner i campi nobili del circolo francese li guardava solo dalla tv, fino allo scorso anno. Ma, nel suo processo di sviluppo, i cambiamenti sono evidenti da un mese all’altro, figurarsi nel giro di un anno...
Basti pensare che quando all’inizio del 2019 si è iniziato a parlare di Sinner si chiacchierava di un ragazzino di 18 anni, numero 549 del mondo. Ma se ne parlava perché a febbraio Jannik vinceva il Challenger di Bergamo, bissando e triplicando subito con i titoli Itf a Trento e a Santa Margherita di Pula. Sedici partite vinte di fila e tre coppe in bacheca. Era l’inizio dell’ascesa (o della discesa sul piano inclinato...) che alla fine dell’anno l’ha visto splendido e trionfante alle Next Gen Finals di Milano. Nel mezzo c’erano stati il debutto in un torneo Atp e il primo match vinto (entrambi a Budapest), il debutto in un Masters 1000 con primo incontro vinto (entrambi a Roma) e il debutto in un Major, agli Us Open. Dove però ha perso subito, rimandando la prima vittoria agli Australian Open di quest’anno. Sinner è un 2001, il più giovane azzurro a riuscire in tutte queste imprese, compreso l’ingresso nella Top 100. Nella quale ora sta “comodo” considerando che, in caso di sconfitta con Nadal, sarà comunque numero 46 dell’Atp. Con i quarti a Parigi diventa anche il primo 2001 ad arrivare così avanti in un Slam, al debutto parigino ci era riuscito, pensate un po’, solo Rafa Nadal. Vietato parlare di passaggio di testimone, ma quella biglia mamma come corre...
BIS MANCATO
Si ferma invece agli ottavi Lorenzo Sonego, sconfitto 6-1 6-3 6-4 da Diego Schwartzman, numero 14 del mondo e fresco finalista agli Internazionali. Uno dei peggiori avversari che il torinese potesse beccare sulla terra. Ma sorride anche Lorenzo, al primo ottavo Slam. Diventa 42 del mondo, best ranking anche per lui. La nouvelle vague del tennis italiano nasce in casa di quelli che l’hanno inventata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero