Rocchi, Doveri e Tagliavento: una domenica da protagonisti

Foto MANCINI
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Se non ci fosse stato Domenico Celi da Campobasso (o da Bari, fate voi) quella di ieri sarebbe stata una domenica arbitrale applausi. Meno male che l'abbaglio preso dal direttore di gara di Crotone-Torino (mancata segnalazione di fuorigioco dell'assistente Del Giovane sul gol che ha sbloccato la gara) è soltanto una piccola macchia, che va più a incidere sul futuro di Celi (fortemente candidato a lasciare i ranghi a fine stagione) che su una giornata che ha rialzato le quotazioni dei nostri arbitri. Che ieri sono stati bravi (e finalmente coraggiosi) nell'assegnare i rigori giusti, anche nei casi come quelli di Bergamo e Genova, dove i falli sono avvenuti all'ultimo fiato delle partite. Gianluca Rocchi è stato bravo all'Azzurri d'Italia, anche se si conferma direttore di gara nefasto per i colori giallorossi, con i quali ha un bilancio di quattro ko, di cui tre di fila, nelle ultime cinque gara dirette. Ha visto bene in occasione dei due rigori concessi (giusto anche non espellere Toloi per il fallo di mano perché dietro di lui c'era Berisha pronto a parare, eventualmente, il tiro in porta di Salah) ed è stato bravo anche nel valutare la caduta in area di Gagliardini su un contrasto di Dzeko. Qui, forse, ci stava il giallo per simulazione all'atalantino. Ottima la prova di Doveri a Genova, in una partita che ha avuto nei minuti finali il suo momento più palpitante. Il fallo di Antei che aggancia Schick meritava il essere punito con il calcio di rigore. Sia a Bergamo che a Genova, i due direttori di gara erano posizionati proprio di fronte allo svolgimento dell'azione ed hanno quindi avuto la visuale giusta per decidere bene. A Empoli Massa ha una sola sbavatura, quando fischia il fallo su Maccarone al limite dell'area della Fiorentina, senza accorgersi che l'attaccante empolese, lanciato verso Tatarusanu, si porta avanti il pallone con il braccio. Meno male che decida di punire Tomovic solo con il giallo, altrimenti sarebbe stato un errore pesante. Bene sul primo gol viola, quando lascia giocare (regola del vantaggio) quando Skorupski mette giù Kalinic un attimo prima che Bernardeschi spinga il pallone in rete. Ci sta tutto il rigore poi concesso per fallo di Diousse su Badelj. Giusto anche il rigore che Di Bello ha concesso alla Lazio all'Olimpico di Roma. Molto bene Tagliavento a Milano, tornato a mostrare personalità e fermezza nelle decisioni, sempre giuste.

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Il Messaggero