Si cambia un’altra volta. Ancora rivoluzione nel mondo del ciclismo professionistico: i corridori potrebbero scendere da 8 a 6 per ciascuna squadra e questa volta non...
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Negli ultimi anni si è visto il team britannico dominare le grandi corse a tappe. Ha vinto sette volte il Tour de France in modo quasi consecutivo, ma anche Vuelta di Spagna e Giro d’Italia. Questo strapotere sta facendo diminuire in modo importante l’interesse da parte del pubblico.
Il problema secondo Lappartient sarebbe nel fatto che team come la Sky, che hanno budget enormi, possono avere squadre con più capitani, aumentando le possibilità di vittoria. Al Tour la squadra di Brailsford aveva Froome, Thomas e Bernal oltre al polacco Kwiatkowski e con uomini di questo calibro insieme la corsa quasi non esiste.
“Con sette uomini, una squadra come la Sky può ancora controllare le corse - ha commentato Lappartient - con sei, significherebbe che i cinque compagni di squadra del leader si stancherebbero molto di più e ci sarebbe quindi più competizione”.
La rivoluzione del presidente dell’Uci non si ferma solo al numero dei corridori in corsa: vorrebbe togliere anche le famose radioline e i misuratori di potenza, sostenendo la tesi di Bernal Hinault, il super campione francese, che definisce i corridori di oggi delle macchine che prendono solo comandi dalle ammiraglie.
Tra le ipotesi per migliorare il ciclismo di alto livello ci sarebbe anche la possibilità di diminuire il numero delle squadre world tour da 18 a 15 e creare una sorta di punteggio, con promozioni e retrocessioni per favorire le squadre minori.
Questo progetto per Lappartient potrebbe iniziare il suo sviluppo attraverso degli studi mirati già nei prossimi mesi per diventare realtà entro il 2020. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero