Rio 2016, Niccolò Campriani oro nella carabina 10 metri

Rio 2016, Niccolò Campriani oro nella carabina 10 metri
RIO DE JANEIRO Il padrone della carabina è sempre Niccolò. L’ingegner Campriani regala all’Italia il terzo oro dei Giochi brasiliani. Dai 10 metri il...

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RIO DE JANEIRO Il padrone della carabina è sempre Niccolò. L’ingegner Campriani regala all’Italia il terzo oro dei Giochi brasiliani. Dai 10 metri il 28enne fiorentino è impeccabile con una finale di rimonta. A metà gara era quarto, poi con un tratto finale in crescendo si è messo dietro tutti gli avversari. Così l’argento di Londra si è trasformato in oro colato sulla linea di tiro del Deodoro. Protagonista un umile ragazzo dal cervello fine. Emigrato in America per studio, poi specializzatosi in Inghilterra, quindi per un periodo alla Ferrari in stage. Niccolò da Firenze, ingegnere esperto che si è progettato da solo la carabina, costruita dall’azienda Pardini di Camaiore. Campriani si è imposto con 206.1 punti davanti all’ucraino Serhiy Kulish (204.6) e al russo Vladimir Maslennikov (184.2).  Per l’azzurro è il secondo oro a cinque cerchi dopo il titolo conquistato a Londra nella carabina tre posizioni da 50 metri.



 

«In qualifica mi sono divertito, in finale la tecnica è saltata, ma tutto è andato bene», ha spiegato a caldo, aggiungendo: «Sono contento per le numerose persone che mi hanno aiutato. Dopo Londra avevo deciso di cambiare e pensare a una nuova carabina, che ho realizzato insieme a Gian Piero Pardini. Solo un pazzo poteva lasciare una certezza per un’avvenuta nuova, l’ho fatto nel 2013 e dopo tre anni sono qui con una medaglia d’oro olimpica al collo».

Appena chiusa la gara Campriani ha subito abbracciato e baciato la fidanzata e collega Petra Zublasing: «La medaglia è fatta di affetto, perciò è dedicata alle persone che mi vogliono bene». Infine ringraziamento per la Federazione «che mi ha sempre supportato. Insieme a Petra mi sono allenato in Cina, Giappone, America. Abbiamo osservato un po’di qua e un po’ di là. Per me è stato sempre importante, studiare, lavorare e gareggiare». Un mix complesso che porta sul trono olimpico.
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Il Messaggero