ROMA L'America è amara e dolce per l'Italia quando si fa (e fa, soprattutto) squadra. Nella sera nostra, che è il pomeriggio di Rio, amara è...
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OLTRE LA RETE
Da non farne mai la cronaca perché l'emozione non s'interrompe. E il tie break, poi: dove per non dire di Giannelli o Juantorena, di Buti o Birarelli, di Lanza o d'ogni altro, c'è solo da segnalare che il punto del 13 a 9 per l'Italia lo ha fatto il libero Colaci dalla ricezione. Libero di fare grande l'Italia. Ecco dunque che, vada come vada e sia chi sia (lo stabilirà la notte brasiliana) l'avversario appollaiato sul nastro dell'ultima rete, l'Italia della pallavolo tornerà da Rio 2016 con due medaglie sulle quattro disponibili: numeri da grande potenza di questo sport, e l'Italia lo è sempre di più, ora che poi ha scoperto d'avere assi anche nel beachvolley, ragazzi di mare, come Lupo e Nicolai (ordine alfabetico), ragazzi d'inventiva come Ranghieri e Carambula, che è diventato la celebrità di Mr Skyball. E' curioso questo: la pallavolo passa per essere (e i numeri così la scrivono) la quintessenza dello sport femminile. Il maggior numero di praticanti e di agoniste nel sesso finto debole è suo. Però laggiù a Rio, laggiù ai Giochi, la pallavolo e il beachvolley mostrano proprio i muscoli maschili: come dire, badate ragazzi che siamo anche uno sport da uomini veri. Uomini che stanno per perdere tutto ma poi trovano le risorse per risalire, rinascere, vincere. Uomini ai quali riesce la conquista dell'America, Lamerica. Arrendersi? La pagina del vocabolario dove è questa parola è stata stracciata dagli azzurri di Chicco Blengini.
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Il Messaggero