Rebibbia, "Sport di tutti - Carceri": anche gli attori di "Mare fuori" per l'iniziativa nella casa circondariale femminile

Rebibbia, "Sport di tutti - Carceri": anche gli attori di "Mare fuori" per l'iniziativa nella casa circondariale femminile
Il potere dello sport come strumento per favorire il reinserimento...

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Il potere dello sport come strumento per favorire il reinserimento sociale dei detenuti. C’è questo alla base del progetto "Sport di tutti - Carceri", sostenuto dal ministero per lo Sport e i Giovani, per il tramite del Dipartimento per lo sport, e da Sport e Salute, che è stato presentato oggi nella casa circondariale femminile di Rebibbia “G.Stefanelli”. Il progetto è stato realizzato in stretta sinergia con i Dipartimenti per l’Amministrazione Penitenziaria e per la Giustizia Minorile e di Comunità, si è sviluppato attraverso un avviso pubblico, finanziato per 3 milioni di euro, che ha visto la candidatura di 116 associazioni e società sportive da 19 Regioni diverse, per la realizzazione di attività in 60 istituti penitenziari per adulti, in 13 per minori e in 25 comunità di accoglienza per minori. In questi progetti saranno coinvolti quasi diecimila detenuti. All'evento, assieme al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha partecipato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Presidente e Amministratore delegato di S.p.A., Vito Cozzoli ed il Capo Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. Erano presenti anche i campioni del gruppo sportivo Fiamme Azzurre, Aldo Montano e Clemente Russo, e gli attori della fiction Rai “Mare Fuori”, Giovanna Sannino e Antonio D’Aquino. «Tutti i detenuti hanno diritto alla riabilitazione e all'interno di questo diritto c'è anche il diritto allo sport - ha sottolineato Vito Cozzoli - e i progetti all'interno delle carceri possono contribuire al bene comune. Su 189 istituti penitenziari, ben 172 ne hanno uno legato all'attività sportiva (due squadre di rugby interamente formate da detenuti hanno partecipato al campionato di Serie C ndr) che coinvolge 25mila detenuti. Ma possiamo fare di più, le politiche pubbliche non si possono fermare davanti ai cancelli blindati». Secondo Andrea Abodi, lo sport nelle carceri «è un veicolo di umanità e un modo per rieducare. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento e insieme possiamo insieme progettare luoghi di sport che rendano più umani le strutture detentive». Il Ministro per lo Sport e i Giovani sta già predisponendo a riguardo un'agenda con Carlo Nordio, che ha affermato: «Lo sport, assieme al lavoro, necessita di spazi, e non tutte le carceri italiane ne hanno di idonei per le attività sportive. Visto che è molto difficile creare nuove strutture carcerarie in Italia, l’idea sarebbe quella di recuperare quelle strutture idonee sia a potenziare il lavoro sia l'attività sportiva, Ci sono decine e decine di caserme dismesse, che hanno una struttura compatibile in linea teorica con le carceri - continua il Ministro della Giustizia - Hanno muri, garitte, spazi chiusi e ampi spazi aperti che sono adatti, quindi, per varie attività sportive: calcio, rugby, atletica, oltre che al lavoro».
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Il Messaggero