Un grande Real Madrid ha piegato i messicani del Cruz Azul e ha conquistato l’accredito per la finale del Mondiale per club. Quattro a zero e via. Così, sabato sera a...
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Poi, certo, le stelle hanno marcato la differenza e l’abisso del valore tecnico che separava le due squadre si è specchiato nel risultato. Sotto gli occhi di Michel Platini, il punteggio l’hanno disegnato Sergio Ramos, Benzema, Bale, Isco e pure Casillas, come vedremo, infiammando l’appassionato ma disinteressato pubblico dello stadio di Marrakech, divenuto all’ultimo palpito la cornice della partita per via dei nubifragi che hanno inondato Rabat. Lo spagnolo ha indovinato il colpo di testa correggendo in porta un calcio di punizione di Kroos, mentre il francese ha piantato un siluro da centro area, raccogliendo un innesco di Carvajal. Ad attivare Bale, viceversa, è stato Cristiano Ronaldo, letteralmente volato sulla corsia sinistra e preciso nel cross mancino. E, più tardi, ancora il portoghese ha chiamato al tiro Isco, che ha calato il poker.
Ad di là delle azioni vincenti, va sottolineato che il Madrid ha costruito un mare di opportunità durante la gara, specie con Benzema, con Kroos e con Ronaldo, che ha pure tentato una rabona volante sfilata di poco fuori. Un’acrobazia piovuta dal mondo della fantasia. Ancelotti, del resto, stasera ha schierato «l’once de gala», vale a dire la migliore formazione possibile, e questo per dimostrare sia il proprio desiderio di vittorie che l’umiltà nel non sottovalutare i rivali. È chiaro che il continuo avanzare gli spagnoli abbia ingolosito il Cruz Azul, coraggioso se non altro nel cercare di approfittare di alcune distrazioni. È capitato così che Pavone, Rojas e Formica abbiano spettinato Carvajal e Marcelo. E, quando nel primo tempo l’arbitro Osses ha fischiato un generoso rigore per un lieve contatto tra Ramos e Gimenez, Casillas, come si diceva, ha mostrato riflesso e prodigio, azzeccando il tuffo e alzando l’ostacolo alto. I due subentrati, Khedira e Barrera, poi, hanno centrato il palo nella ripresa. Sotto il cielo del Marocco, è sembrato imprendibile davvero l’andare del Real.
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Il Messaggero