Dopo la lite con Pepe, Keita si scusa Ma spiega: «Mi ha sputato»

Dopo la lite con Pepe, Keita si scusa Ma spiega: «Mi ha sputato»
Prima del match di Dallas tra Real e Roma, al momento dello scambio dei saluti tra i giocatori in campo, il giallorosso Keita evita di dare la mano a Pepe. ...

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Prima del match di Dallas tra Real e Roma, al momento dello scambio dei saluti tra i giocatori in campo, il giallorosso Keita evita di dare la mano a Pepe.


Ed è subito tensione in campo: Keita tira una bottiglietta d'acqua contro il giocatore portoghese del Real. La situazione non degenera solo grazie all'intervento dei compagni dei due giocatori.



Sul suo profilo twitter, il centrocampista giallorosso si è poi scusato per quanto accaduto e in particolare per il suo comportamento.



Ha però accusato Pepe di avergli prima sputato addosso e ha menzionato il precedente, piuttosto pesante, che vede protagonista il difensore dei blancos.



Il fatto risale a un clasico tra il Barça di Keita e il Real, nell'estate del 2011: era il 14 agosto e i due club si stavano giocando la Supercoppa di Spagna. Durante l'incontro, Pepe ha insultato Keita con frasi razziste, dandogli della "scimmia".



IL TWEET DI KEITA



“Prima mi ha dato della scimmia in Barça-Real. Poi non gli ho stretto la mano, lui mi sputa addosso e dopo allora io gli ho lanciato la bottiglietta. Mi scuso comunque per il mio comportamento”

IL RACCONTO

«E' arrivato alle mie spalle e mi ha sputato. Avevo una bottiglietta d'acqua e gliel'ho tirata, poi sono arrivati gli altri calciatori. I 'blancos' volevano colpirmi. Ho dato una pessima immagine e chiedo scusa, ma è inaccettabile che un uomo posa sputarmi. Non sono un santo, ma rispetto le persone. Non voglio discutere con chi non mi considera un essere umano, lui ha un comportamento inaccettabile», ha dichiarato Keita ai microfoni di RFI.



Sulla questione razzismo però, il giallorosso crede non sia il caso di generalizzare. «Sono africano e gioco in Europa da anni - dice - Ho avuto a che fare con persone meravigliose. Si tratta di una minoranza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero