Una volta Ronaldo che non ha davanti Messi, si ritrova Salah, ovvero l’altro Messi, quello d'Egitto. Momo - quello del Liverpool - è alla fine di una stagione...
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Il match di stasera, stadio NSC Olimpiyskiy di Kiev, è la rivincita della Coppa Campioni del 1981 e la notte dei rimpianti per le italiane, Roma e Juventus, eliminate dalla due finaliste in modi un po’ (molto) strani. Legati più ai clamorosi errori arbitrali che alla superiorità tecnica dell’avversario. Tornando al 1981, al Parc des Princes di Parigi vincevano i Reds la rete di Alan Kennedy. Era il grande Liverpool di Dalglish e Souness, che qualche anno dopo sconfisse la Roma in finale all’Olimpico. Ma era anche il solito grande Real di Santillana, Stielike, Camacho e Del Bosque. Tanta bella gente, insomma. Un po’ come stasera. Il Liverpool era guidato da Bob Paisley, le merengues da Vujadin Boskov. Sfida tra tecnici prestigiosi all’epoca, sfida tra tecnici prestigiosi stavolta: Zidane contro Klopp. Quella del 1981 fu l’ultima sconfitta dei Blancos in finale. Klopp si affida al tridente delle meraviglie composto, appunto, da Salah, Firmino e Manè, pure lui alle prese con il Ramandan, mentre Zizou cala gli assi di Isco, Ronaldo e Benzema. Gli spagnoli puntando alla quarta Champions in cinque anni. La storia dice che non c’è match, ma la storia conta poco appena fischia l’arbitro. Ronaldo contro Salah, Klopp contro Zidane, due allenatori con filosofie opposte. Zero titoli fino a ora per gli inglesi, per il Real, Zizou ha messo già in cassa le Supercoppe Europea e di Spagna e il Mondiale per Club. «Una finale di Champions è qualcosa di fantastico. Dobbiamo essere convinti, freschi e calmi. La finale raggiunta col Dortmund nel 2013? Ero più emozionato. Zidane? Trovo divertente che la gente pensi che non abbia conoscenze tattiche, e molti lo pensano anche di me. Siamo il Liverpool. Non siamo solo un’ottima squadra di calcio. Questo club ha nel suo Dna il fatto che può davvero fare grandi cose.Siamo qui proprio perché siamo il Liverpool», le parole del tecnico tedesco. La replica di Zidane: «Per vincere bisogna saper soffrire... o sapere come far soffrire l’avversario». Chiaro, no?
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Il Messaggero