Doppia rivoluzione. La prima, imminente, sul campo. L’altra, futuribile, sul mercato. Se per la seconda (aspettando di conoscere i nuovi ds e tecnico: oltre a Sarri e...
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POCO CARATTERE
Sir Claudio è un uomo schietto. E se ha utilizzato il bastone è perché vuole provocare una reazione nello spogliatoio. Sinora il comportamento di molti calciatori lo ha sorpreso in negativo. Soprattutto a livello di personalità. In pochi in campo azzardano la giocata, meglio nascondersi limitandosi al compitino. Anche con l’Empoli non era rimasto contento ma il 2-1 finale aveva lenito le prime perplessità. Inutile girarci intorno: quando ha accettato l’incarico, sapeva di andare incontro a delle difficoltà ma non pensava fossero così numerose. E soprattutto strutturali. Perché anche lui, come Di Francesco, si sta scontrando con una squadra costruita male. Che sia 4-3-3, 4-2-3-1 o 4-4-2 fa poca differenza. Aspettando i rientri di De Rossi e Pellegrini (il centrocampista ha 20-30 minuti nelle gambe con il Napoli: possibile impiego a partita in corso) la mediana fa terribilmente fatica. Nzonzi e Cristante non formano una coppia. Errori in impostazione, con nessuno dei due che accompagna l’azione come dovrebbe tantomeno copre la difesa come vorrebbe il tecnico. Il reparto arretrato è un altro punto dolente. A partire da Olsen, sul quale inizia a serpeggiare l’ombra di Mirante. Davanti a lui, la grande delusione per Ranieri è Juan Jesus. I gravi errori nelle ultime due gare, c’entrano fino ad un certo punto: il tecnico si attendeva infatti un altro atteggiamento dal punto di vista caratteriale. Karsdorp ha invece confermato l’inadeguatezza tattica già riscontrata nei suoi primi mesi romani: contro il Napoli, con il ko di Florenzi, spazio a Santon. Sperando sempre che Kolarov recuperi.
NO ALLA RASSEGNAZIONE
Dei due centrali, pur considerando Fazio un big, per adesso quello che lo ha convinto è Marcano. In avanti è rimasto favorevolmente sorpreso da Kluivert. L’olandese gli piace ma al pari del suo connazionale, va disciplinato tatticamente. Deluso invece da Perotti e Schick. L’argentino in un paio di occasioni s’è mostrato eccessivamente permaloso, nonostante Ranieri gli avesse motivato le partenze in panchina. Il ceco (che con il rientro di Under rischia il posto: ieri per il turco via libera dopo la risonanza magnetica) merita un capitolo a parte. Nonostante gli elogi reiterati e il gol, non lo aveva convinto nemmeno contro l’Empoli. Troppo molle, avulso dal gioco, poco cattivo e reattivo. Per questo motivo, al netto dei rapporti che andranno chiariti tra Dzeko e El Shaarawy, Ranieri a Ferrara ha lasciato in campo Edin. Serve una scossa. E se questa deve arrivare con un litigio, ben venga.
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Il Messaggero