Quadarella c'è: in finale dei 1500 Secondo tempo dietro la Ledecky

Martedì la finale alle 13,10, l'azzurra si è gestita con sicurezza L'americana è di un altro pianeta:

Simona Quadarella, romana, 24 anni
Simona Quadarella c’è. La nuotatrice romana vede il podio nei 1500 stile libero ai mondiali di nuoto in corso a Fukuoka, Giappone: le eliminatorie di questa mattina...

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Simona Quadarella c’è. La nuotatrice romana vede il podio nei 1500 stile libero ai mondiali di nuoto in corso a Fukuoka, Giappone: le eliminatorie di questa mattina l’hanno vista al secondo posto del ranking con il crono di 15:55.05. «Voglio riprendermi quello che è già stato mio» dice determinata e tranquilla: già sue sono state quattro medaglie mondiali, oltre a una olimpica e 10 europee, di cui 8 d’oro. Quanto alle medaglie mondiali, anche qui ce n’è una d’oro e proprio nei 1500 a Gwangju 2019: quella volta Katie Ledecky ebbe un attacco di mal di stomaco e non partecipò.

«Altro pianeta»

Non è l’oro che qui sembra alla portata di Simona. Lo dice anche lei: «La Ledecky è di un altro pianeta». L’americana ne ha dato un’altra prova stamattina: era fresca come una rosa nonostante la fatica di ieri che l’ha vista sconfitta nei 400 stile libero da record del mondo dell’australiana Ariane Titmus, che ha un tatuaggio su di un piede (la scritta vuol dire senza paura), «così lo vedo sul blocco prima di tuffarmi» e sembrerebbe le faccia effetto.
Katie Ledecky è partita subito in testa, ha imposto un ritmo che l’ha tenuta sempre sui 31:5 di media ogni 50 metri, con qualche “sgasata” sotto i 31 ed alla fine ha chiuso in 15:41.22, più di 13 secondi davanti a Simona, il cui pendolo era intorno a “31 alto” come si dice. La Quadarella non ha avuto problemi a mettere in riga le altre avversarie, ha avuto un po’ di rallentamento ai 1200 metri, ma era previsto: «Dobbiamo dosare le energie, non volevo faticare più di tanto e così finché sono andata senza sforzo sono andata, come ho cominciato a sentire la fatica ho rallentato, tanto della qualificazione ero sicura». Ha gli occhi sorridenti, e questo conta. Era sicura perché se le capitava di vedere Katie contromano ad ogni virata dell’americana, con la coda dell’occhio quasi non vedeva la giovane australiana Pallister che, a più di quattro secondi, chiudeva in 15:58.11.

«Ce la giochiamo»

«C’è la Ledecky e poi siamo tutte lì che ce la giochiamo» commentava Simona. Hanno chiuso le batterie sotto i 16 minuti in cinque, oltre le tre citate anche la cinese Li Bingjie e la tedesca Gose, tutte del 2002 (la Ledecky è del ’97, la Quadarella del ’98). Per 40 centesimi oltre il 16.00 è la russo-francese Anastasjia Kirpchnikova: il cambio di passaporto le consente il dribbling alla non eleggibilità dei russi causa guerra, criterio che se fosse rigidamente applicato e considerasse tutte le guerre in corso nel mondo, decimerebbe il campo dei concorrenti.
Se si guarda alle statistiche, ha ragione Simona: c’è la Ledecky e poi le altre. Tutte le prime 15 migliori prestazioni mondiali all time sui 1500 appartengono alla ragazza di Washington che ora si allena in Florida e che dice qualcuno, con ammirazione e non per sessismo, e semplicemente riferendosi ai tempi stampati e non allo stile, “nuota, essendo donna, come un uomo che nuota male”.


La sconfitta nei 400 non sembra averla turbata più di tanto; Simona a quella gara non ha partecipato: «Forse entravo in finale, che è sempre un bel fare, ma avrei solo accumulato tanta fatica; meglio le buone sensazioni di stamattina, ma non voglio dire altro». La finale dei 1500 è domani alle 13.10, ora italiana. Le altre qualificate sono la brasiliana Pimentel Dezotti e la “pupa” americana Grimes, classe 2006, che si chiama anche lei Katie e che ha partecipato pure alle gare di fondo, bronzo e qualifica olimpica nella 10 chilometri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero