Pyeongchang, in pista non solo gli atleti, ecco anche i robot

account sky tg 24
Non ci sono solo gli atleti in carne e ossa che mirano ad andare «più veloce, più in alto, più forte» in Corea del Sud. Accanto alle Olimpiadi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non ci sono solo gli atleti in carne e ossa che mirano ad andare «più veloce, più in alto, più forte» in Corea del Sud. Accanto alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, la nazione ha ospitato una gara di sci molto 'alternativà: quella per i robot. Così mentre le controparti umane hanno avuto la frustrazione di vedere le gare cancellate a causa di condizioni climatiche avverse, nel comprensorio sciistico di Welli Hilli, a Hoenseong, circa un'ora di macchina a ovest di Pyeongchang, è andato in scena lo Ski Robot Challenge. Otto team, composti da università, istituti e compagnie private, si sono sfidati in un gigante di circa 80 metri e una decina di porte in tutto, per un premio di 10.000 dollari. «Ho sentito che lo sci alpino è stato posticipato di nuovo a causa delle condizioni del vento. È un peccato», ha detto Lee Sok-min, membro del team vincente di Taekwon V, il robot alto 125 centimetri per 43,06 chilogrammi realizzato da Sam Kim di Mini Robot Corporation. Le regole della gara stabilivano che i robot dovessero essere alti più di 50 cm, essere in grado di stare in piedi con le proprie gambe, avere sistemi di alimentazione indipendenti, usare sci e bastoncini e avere giunture che permettessero loro di piegare le ginocchia e i gomiti. Dei sensori hanno permesso ai robot di rilevare la posizione delle bandiere sul percorso, che dovevano attraversare. I punti sono stati assegnati in base al numero di bandierine evitate e al tempo di arrivo. Cosa che tutti gli automi sono stati in grado di fare tra inforcate e schianti sulle reti di protezione.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero