«Zitto negro»: l'arbitro insulta il portiere in campo e il presidente del Serino ritira la squadra

«Zitto negro»: l'arbitro insulta il portiere in campo e il presidente del Serino ritira la squadra
«Vai via, negro». Sarebbe stata questa la frase pronunciata dall'arbitro Francesco Pagliarulo di Ariano Irpino, direttore della gara Serino-Real Sarno, nei...

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«Vai via, negro». Sarebbe stata questa la frase pronunciata dall'arbitro Francesco Pagliarulo di Ariano Irpino, direttore della gara Serino-Real Sarno, nei confronti del calciatore Gueye Ass Dia, estremo difensore di origine senegalese dei serinesi.


LE AZIONI
Il tutto in una partita valevole per il campionato di promozione campana, nel girone C. Raggiunto il 74', con il punteggio di 2 a 1 a favore dei padroni di casa, gli ospiti hanno agguantato il pareggio con un'azione irregolare, almeno secondo i serinesi, proprio nei confronti del numero uno biancoceleste. Da qui sono scaturite proteste per cui l'arbitro ha ammonito in un primo momento Ass. Quando poi il portiere senegalese ha raggiunto il guardalinee protestando ulteriormente, il direttore di gara avrebbe estratto il secondo giallo pronunciando la frase incriminata. Al rientro negli spogliatoi Donato Trotta, presidente del Serino, ha chiesto delucidazioni sull'accaduto al proprio tesserato e una volta venuto a conoscenza dell'episodio razzista, è entrato sul terreno di gioco e ha invitato i propri calciatori ad abbandonare la contesa. «Sono stanco di questi trattamenti ha detto Trotta non è la prima volta che ci troviamo di fonte a episodi di razzismo ma, in questa occasione, crediamo che sia stato superato il limite. Domani farò partire una querela nei confronti del direttore di gara e successivamente, chiederò alla Figc Campania di far ripetere il match». Gli episodi ai quali ha fatto riferimento il dirigente del Serino non sono tanto lontani nel tempo. Nello scorso campionato infatti, un calciatore appartenente alla formazione irpina, alla vigilia della gara SiconolfiSerino, valevole per il campionato di promozione, non fu riconosciuto dal direttore di gara che in seguito alla presentazione di un documento d'identità fotocopiato, dichiarò che non era possibile identificarlo in quanto, essendo il documento in bianco e nero, non erano visibili i tratti somatici. Altro episodio è accaduto pochi mesi fa quando in uno stabile regolarmente affittato dalla società, nel quale risiedono diversi tesserati extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, c'è stata un'irruzione dei carabinieri del posto dalla quale è scaturito un nulla di fatto. «Sinceramente siamo stanchi ha aggiunto Trotta questo non è calcio. I valori dello sport sono altri. Se nel 2019 ci troviamo di fronte a simili episodi significa che il movimento calcistico italiano non crescerà mai».

LA SOLIDARIETÀ

Sono stati tanti gli attestati di solidarietà nei confronti di Gueye Ass Dia che, a poche settimane di distanza dall'episodio che ha visto protagonista il suo connazionale Kalidou Koulibaly, ha dovuto provare sulla propria pelle un gesto simile, inqualificabile e soprattutto inaspettato, se si pensa che a rendersi protagonista in negativo sarebbe stato un direttore di gara. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero