C'è poi questo calciatore fantastico, posato ai margini del calcio davvero importante in Europa, che riesce a creare meraviglie con la bellezza del talento, e a...
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CHAMPIONS E MONDIALE
Così, dopo la sfida di Anfield Road, mentre Mohamed dondolava quasi sul filo dell'imbarazzo e delle scuse nel salutare il portiere avversario Karnezis, buona parte dell'Europa ha cominciato a domandarsi le ragioni della bravura di Salah. Dove prima c'era la fragilità di un attaccante alle volte un poco sbadato, ora domina la monarchia di un centravanti spaventoso. Semplicemente, per lui e su di lui l'allenatore Jurgen Klopp ha disegnato l'abito tattico di una squadra intera. E, intorno, ha allestito un ambiente perfettamente misurato alle sue esigenze. Salah, quindi, è venuto via dal buio degli anni in cui ciò che faceva non bastava mai. Ha attraversato la tempesta del tempo e ha trovato un ricovero. Anzi. Quel che sembrava un ricovero è divenuto un nuovo campo d'elezione. Libero da timori e paure, Mohamed ora dedica ogni energia al campo, all'impegno, alla cura dei gol. Non più alle inquietudini. Si diverte di più, si direbbe. Guardando al futuro, però, adesso può alzare lo sguardo verso l'orizzonte della Champions League e dei Mondiali. Tra due settimane il Liverpool si misurerà con il Manchester City di Pep Guardiola nei quarti. E se il momento di assoluta grazia di Salah non stingerà, i pronostici saranno meno scontati di quanto non sembrino. Poi, sì, la Russia. L'Egitto non partecipa a una Coppa dal 90. E con Salah tutto, e ogni cosa, e di nuovo, sarà possibile. Perfino sognare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero