Arsenal-Chelsea, in scena il derby di Londra: solo Wenger tra Mourinho e il titolo

Arsenal-Chelsea, in scena il derby di Londra: solo Wenger tra Mourinho e il titolo
È ormai lì a pochi passi la fine dei campionati. Quarantatré giorni all’ultimo atto della Champions League, una settimana meno al tramontare delle varie leghe. Stavolta il...

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È ormai lì a pochi passi la fine dei campionati. Quarantatré giorni all’ultimo atto della Champions League, una settimana meno al tramontare delle varie leghe. Stavolta il week-end offre una partita determinante su tutte: il derby londinese tra il Chelsea e l’Arsenal. Sarà una meraviglia. Perché i Blues di José Mourinho comandando la Premier League con 10 lunghezze secche di vantaggio proprio nei confronti dei Gunners di Arsene Wenger, secondi.


Così, appare chiaro che a sei giornate dalla chiusura del campionato un eventuale successo del Chelsea timbrerebbe la sentenza definitiva, o quasi. Sarà di certo una partita densa di bellezza, baciata dal talento e dall’agonismo, ricca di un fascino inglese smisurato. Ne saranno di sicuro degne le due squadre, visto che negli ultimi mesi hanno incantato il paese, almeno sotto il profilo dei risultati. D’altronde i Gunners planano diretti da una sequenza di otto trionfi di fila, mentre i Blues hanno allineato il quarto consecutivo sabato scorso al cospetto del Manchester Utd. Potrebbe tornare a disposizione anche Diego Costa.

A Wenger, poi, spetterà il compito di spezzare la maledizione legata a Mou, l’eterno nemico: d’altronde il francese ha raccolto sette sconfitte e cinque pareggi nei 12 duelli diretti con il portoghese. «Ma io non lo considero un rivale. È un collega che allena un grande club nella stessa città dove vivo e lavoro. Può esserci un po’ di competizione ma nulla di diverso rispetto a quando ero a Madrid o a Milano. I miei rapporti con lui? Non parlo di queste cose», ha spiegato José davanti a telecamere e taccuini. Sarà il «non plus ultra» del pallone britannico: l’ultimo volo alto della stagione inglese, leggero, bellissimo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero