Chiamarlo momento no può addirittura apparire riduttivo. Il Pomezia Calcio sembra aver imboccato una pericolosa strada in discesa, di quelle che portano in un attimo dal...
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Sette gare, quattro sconfitte e nessun pareggio. Numeri spietati per una squadra che deve salvarsi, figuriamoci per una "corazzata" che deve vincere il campionato. Già otto punti di distacco dalla capolista Sora, la squadra che domenica ha firmato il poker delle sconfitte e che ha certificato che (nella migliore delle ipotesi) sarà necessario fare una clamorosa rimonta per sperare in quel salto di categoria che in casa rossoblù si agogna, ormai.
E la coppa Italia, poi, è già andata via, oltretutto con una "striscia" sul piano disciplinare (che potrebbe anche costare caro...) legata ad un comportamento non proprio sportivo che sarebbe avvenuto al termine della gara di mercoledì scorso, vinta sì 1-0 contro il Campus Eur (che tra le mura amiche ha vinto soltanto contro i pometini, tra campionato e coppa) ma inutile per superare i sedicesimi di finale.
Che qualcosa non vada nel Pomezia è chiaro. Forse, come già avvenuto lo scorso anno, la costruzione della squadra non ha dato le risposte sperate e auspicate. Forse, la guida tecnica non riesce a trovare le soluzioni adeguate. Situazioni che dovranno essere affrontate (e in parte lo sono state) prendendo decisioni forse drastiche, ma necessarie. Il binomio Bizzaglia-Gagliarducci è saldo, fondato su stima reciproca e, forse, anche qualcosa di più, anche se parlare di amicizia è forse eccessivo quando si è davanti a un datore di lavoro e un suo dipendente.
Però, il rischio che si corre è alto, anche se siamo solo a 7 giornate dal via; e, dunque, i tempi per rimettere le cose a posto ci sarebbero: basta pensare a cosa fece il Civitavecchia una decina di anni fa: da ultima a seconda, con promozione in D ai playoff. Il pericolo di queste giornate sono la malinconia e la rassegnazione, sensazioni che paventando scenari forse inimmaginabili ma che, con la zona play out a portata di 1 punto, non sono così lontani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero