A tre anni dalla finalissima del MetLife Stadium, valida per l’edizione del Centenario, Argentina e Cile si ritrovano a San Paolo per la “finalina” che vale il...
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Come nelle ultime due finali, seppur per motivi differenti, Messi non ha modo (e sopratutto tempo) di incidere come potrebbe. La sua partita termina al 38’ del primo tempo, dopo uno scontro con l’ex interista Gary Medel. Il pretesto per la litigata è piuttosto futile, ma gli animi sono già rodati da confronti incrociati come quello fra Dybala e Vidal, con il cileno che rifila un buffetto alla Joya. Medel protegge palla sul fondo, Messi fa pressione, ma all’uscita del terreno scatta il confronto fra capitani. Il cileno sfida l’argentino, che cerca di fermarlo con una spallata. Il paraguayano Mario Díaz de Vivar decide subito per il doppio rosso. I tifosi brasiliani, che hanno pagato caro per veder giocare Messi, protestano dagli spalti, ma il Var conferma le espulsioni. Alcuni cominciano ad abbandonare lo stadio, altri rimangono nonostante l’attrazione principale sia ormai sotto la doccia.
Il rientro in campo non attenua la tensione fra le due squadre. Dopo un paio di volate della coppia Dybala-Aguero, il Cile accorcia le distanze su rigore. Lo Celso arpiona Aranguiz al limite dell’area di rigore. L’arbitro, dopo un consulto al Var, assegna il rigore trasformato da una bomba centrale di Vidal: 2-1. Scaloni prosegue la sua tradizione di cambi criptici, optando per l'entrata di Di Maria al posto di Dybala, fra i migliori in campo, che lascia il campo con il muso lungo e qualche mugugno. Aguero, in contropiede con Di Maria, sfiora il 3-1. Rueda se la gioca fino all'ultimo mandando dentro Castillo per Aranguiz. Il giallo a Tagliafico, il sesto della partita, segna la fine di un match teso e piacevole solo nei primi trenta minuti.
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Il Messaggero