Stufo di parlare di salvezza, qui gioca solo per vincere. E' l'euroscommessa di Pioli: aveva sfiorato la Roma, era stato corteggiato invano dal Napoli, finalmente la Lazio...
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L'ATTENZIONE
Pioli s'è trascinato a Formello il vice storico Giacomo Murelli, vedetta in tribuna nei primi tempi delle gare: nell'intervallo scende negli spogliatoi per raccontare al mister ciò che vede e per riadattare tatticamente il gioco. In estate s'è spesso dedicato alla fase offensiva: anche suo il merito dell'esplosione di Djordjevic. Da inizio campionato Murelli viviseziona le partite della Lazio e quelle degli avversari: col suo pc monta le immagini e confeziona i video da far vedere ai ragazzi in Foresteria. Ieri gli highlight tattici del Verona al Bentegodi, stasera i compiti in campo.
LA PREPARAZIONE
Maniacale la preparazione di Matteo Osti, perché Pioli ama i dettagli e il pallone. Lo si è visto soprattutto in ritiro, ma occhio ai troppi infortuni muscolari (faccia mea culpa pure lo staff medico), unico ostacolo in questa rincorsa all'Europa. Dove c'è pure lo zampino di Davide Lucarelli, collaboratore tecnico, il nuovo factotum della Lazio: fa da osservatore, ma cura anche la tecnica individuale e sollecita i fondamentali. A rotazione, due o tre giocatori lasciano il gruppo per raggiungerlo e lavorare sugli stop, i dribbling e i tiri in porta. Talvolta aiuta pure Adalberto Grigioni con i portieri: «Non ho un compito specifico – spiegava nelle breve esperienza a Palermo – ma lavoro dove serve».
LA DIFESA
E' migliorata la retroguardia tutta, solo otto gol subiti, erano 12 l'anno scorso all'ottava giornata. E' rigenerato Cavanda, ripresentabile Ciani. Non è un caso che tutto lo staff tecnico sia composto da ex difensori. Ai tempi dell'Avellino Murelli veniva addirittura soprannominato l'‘anti Maradona': nei derby con il Napoli, toccava sempre a lui marcare El Pibe de oro. E ci riusciva: «La norma era che ti ubriacava, quando non succedeva c'era da esultare. Un vero fenomeno. Comunque in quegli anni si giocava a uomo, io marcai anche Platini, Bruno Conti, e dopo Donadoni. Noi difensori eravamo molto più tutelati di oggi», raccontava l'ex terzino.
L'ALIMENTAZIONE
Tutti per Pioli, Pioli per tutti. Anche per la società. E' un tecnico aziendalista, Stefano. E, se deve farsi sentire con la dirigenza, lo fa sempre lontano da orecchie indiscrete. Non era certo soddisfatto delle uscite a fine mercato, eppure mai una parola fuori posto. Accettato il modulo (già previsto da Tare) eredità del Trap, che allenò Stefano ai tempi della Juve. Persino i consigli del dietologo di Lotito, Saverio Militano, per l'alimentazione della squadra: «Proibita la pasta ai giocatori». Col silenzio Pioli ha fermato il baccano di Roma. Le mitragliate d'accoglienza della tifoseria: «Abbiamo preso uno scarto giallorosso». E ancora: «Questo è l'allenatore per rilanciare le ambizioni?». E per finire: «Era meglio tenersi Edy». Eppure oggi questo nuovo Rejalismo piace: a un passo dal terzo posto, nessun frastuono, tutta un'altra musichetta Champions.
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Il Messaggero