Piatek, fortemente Piatek. Il Genoa si affida ancora al suo bomber, oggi al quarto centro stagionale in tre partite (ottavo in quattro, compresa la Coppa Italia), per stendere un...
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Gunther per la difesa e Mazzitelli per il centrocampo. Le novità di Ballardini sono queste. Bessa e Pandev giostrano a servizio di Piatek. La prima mezz’ora è un susseguirsi di passaggi sbagliati, palloni lunghi e traversoni fuori misura. La confusione regna sovrana ma, ai punti, meglio il Bologna che almeno cerca la profondità con più convinzione con i ricami di Dzemaili. La spallata rifilata da Spolli a Okwonkwo, nell’area dei padroni di casa dopo 16 minuti, lascia più di un dubbio. Il Genoa crea il primo pericolo su palla inattiva: lo stacco di Gunther, su punizione di Romulo, è alto di un soffio al 31’. Ben più ghiotta la chance, in contropiede su lancio di Mazzitelli, per Piatek ma il centravanti polacco si allarga troppo e il suo tiro viene respinto da Skorupski. In sintesi, quarantacinque minuti avari di emozioni.
Il Bologna cambia registro e prova a velocizzare il ritmi nella ripresa. Ballardini risponde con l’inserimento di Lazovic al fine di sfruttare maggiormente le fasce. Più freschezza nelle soluzioni offensive, poi, con l’innesto di Kouamè per un incolore Pandev. L’ago della bilancia, minuto dopo minuto, si sposta verso i padroni di casa. Il Genoa è bravo a capitalizzare la prima vera occasione perché da quest’anno può disporre di un bomber di razza. E’, infatti, ancora il polacco Piatek, al 24’, a bucare Skorupski sul suo palo sinistro dopo aver ricevuto il pallone da Criscito. Il Genoa si adagia sul risicato alloro, il Bologna prende coraggio e reagisce. Poco dopo la mezz’ora, l’inzuccata dell’ex De Maio e la botta di prima intenzione di Orsolini, inserito da Inzaghi al posto di Gonzalez dopo lo svantaggio, spaventano Marchetti. Sono piccole fiammate, in realtà la partita si accende solo sul finire del recupero. Pulgar espulso per fallo di reazione su Romulo, nasce un parapiglia che coinvolge anche i portieri, entrambi ammoniti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero