Pesi, trans vince l'argento ai Mondiali: «Le persone abbiano una mentalità aperta»

Pesi, trans vince l'argento ai Mondiali: «Le persone abbiano una mentalità aperta»
Vicecampionessa del mondo, ma fino ai 35 anni gareggiava fra gli...

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Vicecampionessa del mondo, ma fino ai 35 anni gareggiava fra gli uomini. È successo nei giorni scorsi ad Anaheim, in California, dove si sono svolti i Mondiali di sollevamento pesi in cui la 39enne neozelandese Laurel Hubbard ha conquistato la medaglia d'argento nella categoria +90 kg donne, battuta solo dall'americana Sarah Robles. Fino a quattro anni fa Laurel si chiamava Gavin e gareggiava, a livello di Elite nazionale, fra gli uomini. Poi c'è stato il cambio di sesso, e successivamente l'apertura definitiva del Cio ai transgender, anche se in passato c'erano già stati i casi controversi della specialista del mezzofondo Carsten Semenya nell'atletica e della brasiliana Edinanci da Silva nel judo. Diventata donna Laurel si è sottoposta a tutti i controlli di rito, ha avuto il via libera per gareggiare e alla fine è salita sul podio iridato primo atleta del sollevamento pesi a conquistare una medaglia in un Mondiale nella storia della Nuova Zelanda. Subito dopo questa impresa, la Hubbard non aveva interrotto il proprio silenzio stampa che durava dall'inizio dell'anno, ovvero da quando aveva cominciato a competere ad alto livello fra il 'gentil sesso', ma oggi ha deciso di parlare e lo ha fatto con alcuni media del suo paese, come 'Stuff' e il 'New Zealand Herald'. È partita dal ricordo degli insulti ricevuti sui social dopo che si era sparsa la notizia della sua partecipazione ai Mondiali. «Adesso vorrei che molta gente cambiasse mentalità e ne avesse una più aperta - ha detto la vicecampionessa del mondo -. So che anche molti tecnici del mio sport hanno messo in dubbio che la mia presenza fosse stata una scelta corretta, e ammetto che è una questione complessa. Il Cio si è evoluto in materia e, anche se so che non avrò mai un sostegno unanime, spero che anche la mia storia possa dare un contributo». «E poi vorrei far notare - ha aggiunto - che non ho vinto, e quindi tutto questo mio vantaggio sulle altre forse non era così grande. Certe persone 'apranò la testa e si rendano conto che se non ho vinto l'oro, forse non sono avvantaggiata quanto pensano». «Non tutti mi accettano - ha concluso la trans vicecampione del mondo -, ma altri lo fanno ed è grandioso. Ho la sensazione che ora tante persone siano disposte a considerarmi anche sotto il profilo sportivo. Ho dovuto aspettare che il mondo cambiasse e sono contenta di averlo fatto».

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Il Messaggero