Florenzi, Totti e Gervinho, testimoni spenti della Roma che un tempo dominava a San Siro

Florenzi, Totti e Gervinho, testimoni spenti della Roma che un tempo dominava a San Siro
dal nostro inviato MILANO C'era una volta. Sempre qui, a San Siro e sempre contro l'Inter. Un'altra Roma, un sogno insieme con lei. Gioco, personalità, strapotere. Si...

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dal nostro inviato
MILANO C'era una volta. Sempre qui, a San Siro e sempre contro l'Inter. Un'altra Roma, un sogno insieme con lei. Gioco, personalità, strapotere. Si volava alti e non si aveva paura di cadere. C'erano Benatia, Castan, c'era pure Balzaretti e un certo Maicon, che anche oggi c'è ma è sparito nell'infermeria di Trigoria. C'era Strootman, da non dimenticare mai perché quel piede sinistro e quella sua forza lampeggiavano forti. Questi c'erano e oggi non ci sono.

Di quella notte di San Siro, di quel tre a zero, sono rimasti Florenzi, Totti e Gervinho, che quella sera sono stati i protagonisti. Più Pjanic e De Rossi, non malissimo ma irriconoscibili nel gioco dello specchio. Il capitano con una doppietta e con una magia che ha dato il là alla rete di Florenzi, quella del ko, questa volta è rimasto in campo per meno di un'ora senza lasciare traccia - contro un'Inter non certo grande - in quello che da sempre è il "suo" stadio, dove da vent'anni rimedia applausi pure dai nemici.

E Gervinho? C'è ma non si vede più ormai da tempo e quello ammirato contro l'Inter lo scorso anno qui a San Siro, oggi fa fatica a esistere. Quello di quest'anno, sbiadito e inconcludente, è pure rimasto con la testa in Coppa d'Africa. Mai un dribblig riuscito, mai un guizzo, le treccine si annodano e lo sprint viene ingoiato nel nulla, cioè in D'Ambrosio. Pare quello dell'Arsenal.

Infine Florenzi, che da punta esterna oggi fa il terzino, non guizza, ma soffre. Sì, il terzino. La squadra è diversa e i risultati, ovviamente, pure. Disastrosi, almeno da gennaio. Anche le idee sono diverse, peggiorate, ininfluenti. Eppure l'allenatore è lo stesso. Ma se la racconti nessuno ci crede, perché è vero che questa è una squadra nuova rispetto al passato, ma pure il manico non sembra più lo stesso. Sembra guidata da un altro. Qualcuno ha distrutto un sogno, c'è da capire chi. Gli indizi ci sono. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero