Pechino, l'ammissione di Giomi: «Il peggior Mondiale della storia azzurra»

Pechino, l'ammissione di Giomi: «Il peggior Mondiale della storia azzurra»
«Un'analisi più approfondita sarà da fare a freddo, ma, lo dicono i numeri: è il peggior Mondiale della nostra storia». È il commento del presidente della Federazione...

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«Un'analisi più approfondita sarà da fare a freddo, ma, lo dicono i numeri: è il peggior Mondiale della nostra storia». È il commento del presidente della Federazione italiana di atletica leggera, Alfio Giomi, alla partecipazione azzurra ai Mondiali di atletica di Pechino. «Un Mondiale profondamente deludente non solo per i risultati che sono emersi, ma per l'atteggiamento mentale che in troppi hanno avuto -prosegue il numero uno della Fidal-. È stato un Mondiale senza alcuni dei nostri numeri uno, fermati dagli infortuni, e in cui, a parte poche eccezioni, è mancato quello spirito, quel volersi battere al meglio delle proprie possibilità, che avevo richiesto alla squadra. Molti sono rimasti purtroppo lontani dalle loro effettive capacità e dai loro valori stagionali». «La responsabilità è solo mia, del presidente -aggiunge Giomi-. Me l'assumo fino in fondo. La frustrazione di questi giorni è stata grande. Non voglio finire il quadriennio con rimpianti. I conti li faremo all'Olimpiade e nonostante il momento voglio cercare di essere ottimista. Non dobbiamo arrenderci».


«È indiscutibile il fatto -prosegue Giomi- che questi risultati ci debbano far riflettere perché sono un passo indietro clamoroso rispetto a quanto di buono si era visto fin qui in questa stagione. Penso ad esempio all'atteggiamento della squadra all'Europeo per Nazioni di Cheboksary di metà giugno. Gli interrogativi ora sono molti, ma le risposte potranno essere diverse: non si può mettere tutto sullo stesso piano». «Le nostre migliori carte -conclude il presidente della Federatletica- qui erano rappresentate da maratoneti (quarto Pertile e ottavo Meucci, ndr), marciatrici (quinta Palmisano e out per squalifica Rigaudo e Giorgi a pochi chilometri dall'arrivo mentre erano tra le prime otto, ndr) e altisti (Tamberi in finale, Fassinotti fermato dall'infortunio in riscaldamento, ndr). Penso che anche le due staffette femminili si siano battute con determinazione, in particolare l'innesto di una 19enne come la Folorunso nella 4x400 privata all'ultimo della Grenot. E per Rio speriamo di poter schierare anche la 4x100 maschile».
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Il Messaggero