Un bronzo oggi in una corsa memorabile, la battaglia per la vita da domani: la gara dei 110 ostacoli maschili ai campionati Mondiali di atletica in corso a Pechino aveva un sapore...
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Il 30enne Merritt si è presentato ai blocchi di partenza, anzi è venuto a Pechino con grande determinazione pur avendo nel cuore l'angoscia per la malattia e per il già programmato intervento chirurgico in una clinica di Phoenix, per un trapianto di rene, che gli verrà donato dalla sorella. Oggi Merritt ha conquistato la medaglia di bronzo, alle spalle del russo Sergey Shubenkov (12.98), e del giamaicano Hansle Parchment (13.03). Sul piano emotivo certo non è stata e non poteva esserlo una finale come tutte le altre. Gli occhi di tutti erano puntati su Merritt, che ha chiuso la gara con un ottimo tempo, 13.04, e da domani si metterà in pista per una gara ancora più importante contro la malattia. «E pensare che qui ero venuto più che altro - ha spiegato - per la mia salute mentale, quasi per distrarmi e non pensare all'operazione. Non credevo di poter andare così forte, visto ciò che mi aspetta, ma non volevo rimanere seduto a casa ad aspettare l'operazione».
Alla vigilia dei Mondiali lui stesso l'aveva detto: «ciò che mi preoccupa non è certo la finale, per la quale devo comunque rimanere concentrato, ma quello che mi succederà dopo. La gara finisce una volta tagliato il traguardo, e ciò che mi fa veramente paura è l'operazione che dovrò fare quando torno a Phoenix». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero