È il campionato dell’usato sicuro e delle facce fresche in panchina

È il campionato dell’usato sicuro e delle facce fresche in panchina
Il campionato che non ti aspetti. Cinque giornate sono poche, ma abbastanza per cominciare a scoprire le novità in atto. Spesso sono effimere. Partenze lampo che poi di...

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Il campionato che non ti aspetti. Cinque giornate sono poche, ma abbastanza per cominciare a scoprire le novità in atto. Spesso sono effimere. Partenze lampo che poi di solito si fermano bruscamente allo scadere dell’ora legale. Per dire: l’anno scorso cominciò alla grande il Milan di Montella, ebbene sì, 12 punti nelle prime cinque, due anni fa toccò al Chievo di Maran. Stavolta però sta accadendo qualcosa di diverso: un ribaltamento complessivo di gerarchie che nessuno, al termine del mercato, aveva pronosticato. Prendete le neo promosse: l’anno scorso dopo cinque giornate Spal, Verona e Benevento avevano la miseria di 6 punti in tre; adesso le sole Parma e Empoli ne hanno già 11. C’è un maggiore equilibrio, o meglio un rimescolamento di carte che non deriva da una più equa ripartizione delle risorse fra grandi, piccole e medie (in questo senso non è cambiato niente), ma dall’intelligenza di certe scelte effettuate da dirigenti e tecnici di società che non avevano molto da spendere. Scelte che magari non faranno bene alla Nazionale – i giocatori maturi, e in genere stranieri, vengono quasi sempre preferiti ai giovani italiani – ma certamente rendono più interessante, meno scontato, il campionato. Qualche esempio. All’usato sicuro si sono affidate le emergenti sulla via Emilia, Sassuolo e Parma, che hanno ripescato giocatori come Boateng e Gervinho, di grande esperienza internazionale e in grado di fare la differenza in Serie A, per conoscenze calcistiche o esplosività.


I PERSONAGGI

Due attaccanti riscoperti più maturi e che sono comunque sorretti da sistemi di gioco diversi – offensivo il Sassuolo, difensivo il Parma – ma egualmente efficaci, se affidati ad allenatori appassionati e giovani, e con grande voglia di diventare famosi, come De Zerbi e D’Aversa. Al gioco più che ai giocatori, si sono affidate Spal e Udinese, altre due formazioni che stanno facendo molto meglio del previsto. Anche qui, due idee di calcio opposte: Semplici, con la sua difesa a cinque, anno dopo anno riesce a perfezionare meccanismi consolidati e a far crescere i suoi fedelissimi; Velasquez, una scelta coraggiosa, viene dalla Serie B spagnola, preferisce un calcio manovrato, più europeo. Del tutto diverso, per molti aspetti più interessante, il modello Fiorentina. I Della Valle, con il supporto del talent scout Corvino, stanno cercando di ricostruire una squadra divertente e competitiva partendo dai giovani. L’età media è la più bassa del campionato. Peccato soltanto che gli unici italiani siano Chiesa e Benassi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero