Sei mesi dopo, il mondo è rovesciato. In serie B, l’Empoli faceva 4 gol al Parma e D’Aversa arrivava a un parziale di una vittoria in 8 gare, senza essere...
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Ecco, 4 mesi dopo quel venerdì sera, della promozione, il Parma è più da serie A dell’Empoli. Non che giochi meglio, anzi, Roberto D’Aversa non sarà mai spettacolare, perlomeno di uno spettacolo fine a se stesso, ma il ds Daniele Faggiano ha avuto una pensata straordinaria, ovvero di prendere Gervinho, l’attaccante che Roma andava talmente veloce da perdere la palla per strada.
Ecco, nessuno, nelle squadre di seconda fascia, ha un trascinatore del genere. A parte, ovviamente, Piatek del Genoa.
L’ivoriano innesta il turbo al 32’, su assist di prima intenzione di Barillà, stavolta altrochè da serie A, dopo il poco spazio alla Sampdoria. Da destra, l’uomo dalla grande fascia sulla criniera, modello star trek, calcia sul primo palo e infila Terracciano, che miracol mostrò contro il Milan.
I toscani avevano iniziato meglio, i ducali in serie A sono più concreti e complessivamente molto più squadra rispetto ai balbettii mostrati nella supercavalcata dalla serie D. Il 4-3-3 è affidabile, con Sepe capace di tenere in panchina Frattali e Iacopini tornato alla forma cadetta. Alves non è solo l’amico di Cristiano Ronaldo, non balla più, al pari di Gagliolo, il migliore nel Carpi di Castori, quasi salvo 2 anni fa, in A. Maluccio Dimarco, interista goleador a San Siro da ex ma anche graziato dall’arbitro, meglio il 37enne Gobbi. Rigoni e Stulac compongono un buon centrocampo, con Barillà, Siligardi è reggiano, di Campagnola, il paese dalla squadra rosanero, ma nessuno a Parma gli imputa la reggianità, appunto. Maluccio Ceravolo, super nel Benevento promosso in A e poi perso fra infortuni. Gervinho non ha ancora i 90’ e, come spiega l’allenatore, va calmato, anche in allenamento, per evitare che si faccia male e anzi esce proprio per un risentimento a una coscia. Di Gaudio parte dalla panchina, benino.
Il Parma ha pure una discreta panchina, con Ciciretti, in quel Benevento aveva giocate da Champions league e anche negli ultimi mesi crociati di B.
Il 4-3-1-2 è zeppo di debuttanti o quasi. Di Lorenzo a destra, ma accanto ha i vecchi Silvestre e Maietta, Veseli in genere è più convincente.
Il centrocampo è leggero, con Bennacer, il danese Rasmussen, rallentante, e Krunic, avvicendato da Traoré a metà ripresa. Zajc è l’unico da salvare in avanti, Caputo stranamente era fuori partita, si vede solo nel palo a inizio ripresa. Mraz è andato appena un po’ meglio e il subentrato Mchedlidze è un’ex promessa. Aurelio Andreazzoli potrebbe affidarsi all’esperienza di Brighi, al biondo Lollo, alla verve di Untersee, brillante nel Brescia, mentre Ucan sta in panca.
Dice tutto il computo degli angoli, 2-13, l’Empoli meritava il pari. D’Aversa aspetta, come con il Cagliari, e ha ragione. Terracciano aveva salvato su Barillà, poi su Siligardi.
Le occasioni per pareggiare sono sprecate da Bennacer, Di Lorenzo (para Sepe), mentre Siligardi manca il raddoppio.
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Il Messaggero