Paratore: «La Ryder a Roma sarà fichissima: il rinvio al 2023 mi aiuterà a esserci»

Paratore: «La Ryder a Roma sarà fichissima: il rinvio al 2023 mi aiuterà a esserci»
Sabato ha vinto il British Masters, secondo centro nell’European Tour dopo il Nordea Masters del 2017, e ieri si è goduto i titoli della stampa internazionale che lo...

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Sabato ha vinto il British Masters, secondo centro nell’European Tour dopo il Nordea Masters del 2017, e ieri si è goduto i titoli della stampa internazionale che lo esaltavano. La ripartenza del golf del Vecchio Continente è stata nel segno di Renato Paratore, 23 anni, romano. «Una vittoria molto bella, emozionante. Sono stato in testa sin dal secondo giro, non era facile rimanerci fino alla fine ma ci sono riuscito. Alla 18 molti colleghi sono venuti a farmi i complimenti, mi ha fatto molto piacere», racconta.

Bello vincere, bello anche riabbracciare le competizioni.
«Bellissimo, sono stati cinque mesi durissimi. A me poi piace viaggiare, spero di poterlo fare giocando il maggior numero di tornei possibile».
Quanto sono diversi i suoi due trionfi europei?
«Quello del 2017 era un exploit. Questa è una vittoria più di programmazione, di volontà, di lavoro».
Nel concetto di lavoro rientra anche la scelta di andare a vivere a Dubai?
«Vivere è una parola grossa. Noi siamo sempre in gara, per cui al massimo sono lì due o tre mesi all’anno».
E quei due mesi come sono rispetto alla vita nella capitale?
«Mi trovo molto bene, le condizioni per giocare a golf sono ideali. E la concezione è comunque quella di una grande città per cui non c’è troppa differenza con la vita a Roma».
Per vincere non ha cambiato solo la città.
«Tre anni fa ho cambiato caddie, due anni fa il coach e lo scorso anno anche il preparatore atletico».
Decisioni drastiche per inseguire un sogno? Il suo qual è?
«Vincere un Major».
Intanto adesso si è guadagnato il suo secondo Us Open...
«Ci arrivo carico. Sono contento del lavoro che ho fatto e di come sto giocando».
Gran parte del “grande golf” è slittato, a cominciare dalla Ryder Cup di Roma 2022. Un anno in più è un’opportunità?
«Di sicuro e non solo per la Ryder romana. A quella di quest’anno non mi sarei qualificato, mentre il prossimo anno chissà...».

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Che effetto le fa una competizione così nella sua città?
«Sarà fichissimo. Per me giocarla a pochi minuti da casa sarebbe il massimo, un’opportunità pazzesca».
Magari svezzandosi in Ryder nel 2021.
«Le gare per provare ad andarci ci sono. Ma io sono solito pensare gara per gara. Andiamo avanti, settimana dopo settimana, e vediamo».
Sono slittate al prossimo anno anche le Olimpiadi. Lei quelle giovanili le ha già vinte...
«Ed è stata un’emozione pazzesca. Andare ai Giochi “dei grandi” è senza dubbio uno dei miei obiettivi. Vorrei esserci perché i Giochi sono un’emozione pazzesca, anche per il solo fatto di esserci».
Chicco Molinari, Renato Paratore ma non solo. Sono anni d’oro questi per il golf azzurro.
«C’è una bella scuola. Siamo pochi, ma abbiamo una buona tradizione tecnica che aiuta a formare i giocatori».
E’ stata quella scuola tecnica a convincerla a mollare gli altri sport che faceva da bambino?
«Giocavo anche a tennis e calcio, poi a 11 anni ho scelto il golf e non so nemmeno bene perché. Forse da ragazzino scegli lo sport in cui riesci meglio e quello era il golf».
Ma la passione calcistica è rimasta. Fede giallorossa.
«Sì, spero arrivi presto un trofeo perché non me la ricordo l’ultima vittoria».
Ha “temuto” lo scudetto della Lazio?
«Un po’ sì, per fortuna adesso è un ricordo».
Com’è la vita di un 23enne giramondo?

«Non semplicissima. Gli amici, quelli storici, li sento sempre. Più difficile gestire il rapporto con la mia fidanzata. Ma per il momento c’è ancora». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero