La corte d'appello ha assolto Paolo Maldini, imputato per corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Era già...
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Era già stato assolto in primo grado, nel 2013, ma il pm milanese Paola Pirotta aveva presentato ricorso. Era accusato di aver messo a libro paga un funzionario delle agenzie delle entrate per evitare controlli fiscali.
«Sono contento ma anche arrabbiato perché per me sono stati cinque anni di sofferenza» ha spiegato Maldini dopo la lettura della sentenza. «Per chi si considera una persona onesta non è piacevole - ha proseguito - e certamente avere un nome, essere un personaggio pubblico, non si è rivelato un vantaggio».
Sulla stessa linea il legale dell'ex calciatore rossonero, Danilo Buongiorno. «Per Maldini è stato un calvario - ha sottolineato - in questi anni ci siamo sempre difesi e ora la Corte d'Appello ci ha dato ragione, perchè il mio assistito non ha mai corrotto nessuno». Nelle scorse udienze il sostituto pg Tiziano Masini aveva chiesto per Maldini, imputato insieme ad altre sei persone nel processo in appello, la condanna a un anno e otto mesi di reclusione. Maldini era accusato anche di esserci rivolto al funzionario dell'Agenzia delle entrate per una verifica illecita sull'esito di una operazione immobiliare.
Nell'inchiesta, che aveva portato in passato a numerosi arresti in diversi 'filonì, erano rimaste coinvolte una quarantina di persone tra dipendenti dell'Agenzia delle entrate e commercialisti, che avrebbero aiutato decine di imprenditori e titolari di società ad aggirare controlli fiscali o a ottenere trattamenti più favorevoli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero