Greg si prende anche il titolo degli 800 e diventa tutto d'oro

Paltrinieri
Gregorio Paltrinieri è in cima al podio, in cima al mondiale, in cima al mondo: ha vinto l’oro negli 800 stile libero, quello che mancava alla sua collezione che in...

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Gregorio Paltrinieri è in cima al podio, in cima al mondiale, in cima al mondo: ha vinto l’oro negli 800 stile libero, quello che mancava alla sua collezione che in questa gara aveva “soltanto” un argento e un bronzo. Può mettersi il cuore in pace ma non lo fa: ci sono ancora i 1500 qui a Gwangju; scherza il suo allenatore Morini, «ci devono sparare». Lassù, alla premiazione, Greg apre le braccia e chiama il mondo; e sono braccia che paiono lunghe come le sue bracciate in acqua. S’è preso pure il record europeo, nuotando in 7:39.27 e togliendolo al ragazzo con cui si allena a Ostia, santuario del fondo natatorio italiano, Gabriele Detti, campione uscente e uscito da questa gara, quinto all’arrivo. Poi ha la medaglia al collo, e in mano, la bacia e la mordicchia come d’abitudine fotoscenica, la guarda; la mascotte? C’è un piccolo tifoso, Italo, il figlio di Francesco Postiglione, che gliela ricorda. «La vuoi? Prendila, te la regalo; io con i pupazzi non ci faccio più niente».


CACCIATORE DI STIMOLI
Greg è generoso. Non è solo questa la sua virtù né ha soltanto virtù atletiche: è, a 25 anni, un ragazzo del nostro tempo. Ha sogni che trasforma in obiettivi. Uno è quello di fare gli straordinari ai Giochi di Tokyo, dedicandosi alla piscina e al fondo, alla corsia e al mare. «L’avevo detto dopo Rio: ho sempre bisogno di nuovi stimoli, come tutti. Forse se mi fossi fermato alla vasca non starei qui: è una questione di testa, il nuoto, non solo di fisico, allenamento, lavoro». Gli dicevano, o gli facevano capire, che poteva essere un errore; che magari inseguendo un miraggio avrebbe potuto lasciare per strada le cose reali del suo nuoto di campione di tutto. «Magari qualche dubbio poteva venirmi. Ma sono soddisfatto di non aver dato retta a nessuno, ma alla mia idea». Con Stefano Morini hanno vissuto un anno in territorio sconosciuto, cercando ci conciliare il nuovo e il vecchio Greg, il nuovo che «non ho ancora vinto nulla nell’open water ma la sento già mia» e il vecchio che conosceva assai poche sconfitte, contando vasche all’infinito. «Devo dare un voto al mio mondiale? Beh, dopo il fondo mi ero dato 6, la sufficienza, giacché tornavo con un argento e soprattutto con la qualificazione olimpica nei 10 km. Adesso, dopo gli 800, mi darei 9». Domenica il resto?

NUOVA STRATEGIA

La gara degli 800 Paltrinieri l’ha condotta come voleva: «Se tolgo a tutti la mia scia, allora non mi prendono più. So che devo forzare a centro gara ed è quello che ho fatto». Non è partito “a bomba” come faceva un tempo, quando era più giovane e impetuoso; è passato in testa toccando per primo per la prima volta ai 250; è stato dai 400 in poi che ha attaccato l’acqua e staccato gli avversari, fra i quali risultavano dietro di lui il norvegese Christiansen e il francese Aubry. Gabriele restava più dietro, quinto in 7:43.89, «ero stanco, stanchissimo, un giro va bene e uno male, e l’anno prossimo si ricomincia e magari gira meglio» diceva il livornese. E Stefano Morini riservava un aggettivo a Gregorio, «immenso» ed era lo stesso aggettivo che avrebbe detto di Federica Pellegrini, aggiungendolo all’epiteto più gettonato, «Divina», divina immensa diceva il Moro. Greg pensa all’Italia di cui è alfiere e protagonista: «Siamo un bel mix, fra esperti e giovani». E ricorda: «Non è stato un anno facile: l’infortunio al gomito, 15 giorni a secco e la dura ripresa; il Sette Colli che mi sembrava di nuotare come un bambino di 7 anni». Ma poi è scattato qualcosa, il qualcosa di Greg. È andato al mare, al Mar Giallo, ed è tornato Paltrinieri, campione di tutto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero