Settebello, sfuma la semifinale mondiale: i rigori premiano la Serbia

I tempi regolamentari erano finiti 11 a 11, la coda con il machete del penalty finisce 4 a 3 per la Serbia e dunque l’accumulato fa 15-14

Settebello, sfuma la semifinale mondiale: i rigori premiano la Serbia
Il sogno svanisce a cinque metri dal realizzarsi, i cinque metri del tiro di rigore. La nuova Serbia dai 7 debuttanti, che dopo un ciclo d’oro ne comincia un altro, batte il...

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Il sogno svanisce a cinque metri dal realizzarsi, i cinque metri del tiro di rigore. La nuova Serbia dai 7 debuttanti, che dopo un ciclo d’oro ne comincia un altro, batte il Settebello. Alla “lotteria” dei rigori, come la chiamano e la definisce Di Fulvio, al “terno al lotto” come la definisce Del Lungo. I tempi regolamentari erano finiti 11 a 11, la coda con il machete del penalty finisce 4 a 3 per la Serbia e dunque l’accumulato fa 15-14. “Brucerà, brucerà tanto tempo” dice ancora Di Fulvio, anche se poi sia lui che Del Lungo e soprattutto il coach Campagna, dicono, ed hanno ragione, che si esce a testa alta, il che è non troppo consolante ma assai rassicurante in chiave futura, quando ci sarà da conquistare il pass olimpico stavolta rotolato via, e dopo il pass, magari, il podio, che non è una “mission impossible” per una squadra come il Settebello, un Campagna in panchina, i ragazzi in vasca.

Dettagli. La differenza l’hanno fatta i dettagli in una partita che andata avanti botta e risposta e tutti i quattro tempi sono finiti in parità, 2-2, 3-3, 4-4, 2-2, un gol di uno (l’Italia, spesso), un gol dell’altro (la Serbia, purtroppo). “C’à mancato lo strappo del più 2” dicono tutti, specie riferendosi al quarto periodo, alla rete di Ubovic che, a 48 secondi dalla fine e in parità numerica (“prendere un gol in parità fa male, non dovevamo prenderlo” dice Di Fulvio), mette i babies serbi contro Del Lungo e i bravi azzurri contro Mitrovic, portiere che i rigori sa come fermarli, e ne ferma uno in più. Segna Fondelli e segna Drasovic, non segna Di Somma e non segna Radulovic, segnano Di Fulvio e Vukovic, Presciutti e Jaksic, il botta e risposta sembra continuare anche nei rigori dopo il gioco giocato.

Però non segna Damonte, e qui la risposta non c’è: Rasovic, al quale in corso di partita Del Lungo aveva parato un rigore, questa volta lo mette a segno. La Serbia va a lottare per il primo posto, l’Italia per il quinto. “Ora dobbiamo pensare a vincere le partite che restano, dobbiamo onorare il torneo e il Settebello” dice Campagna. E aggiunge: “Rimproveri? Non ne ho da fare ai ragazzi: hanno dato l’anima. Complimenti, non siamo stati da meno”. Non fosse entrato il tiro di Ubovic, staremmo a pensare ai dettagli buoni anziché a quelli cattivi. “Questo è lo sport” commenta Di Fulvio. “Forse siamo arrivati qui troppo carichi: aspettavamo questa partita da otto giorni” spiega Campagna. “E che tutti abbiano dato l’anima mi fa dire che non è una sconfitta, ma un percorso”. Un percorso che sullo sfondo ha la Torre Eiffel.

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Il Messaggero