Eugenio Corini non si è ancora abituato alla vita in bilico che per ogni allenatore del Palermo è una consuetudine. C'è rimasto male per essere stato...
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Corini si sfoga, dopo una settimana di inferno. «Ho preso una squadra con il morale sotto i tacchi - ha spiegato - dopo Firenze era complicato fare anche solo un passaggio da quattro metri. Non si può dire che in ogni partita si rischia di andare a casa. La dialettica interna è fondamentale. Senza uscire da questo limbo, non si può fare niente». Corini resterebbe a Palermo per sempre «ma con una dialettica stabile. Io rimango qua, ma ogni partita a Palermo è una bomba atomica - sottolinea -. Mica ci possiamo chiedere cosa succede ogni tre minuti, qui è sempre Hiroshima. Sono stati fatti sei punti in dodici partite e da quando sono venuto ci sono stati punti e miglioramenti significativi. Se non si capisce da dove siamo partiti tutto diventa difficile». C'è da pensare innanzitutto al Sassuolo. «Sto pensando alla difesa a quattro - ha concluso - se usarla dall'inizio o a partita in corso. Silva ha qualità ma ha anche caratteristiche che avevamo già in rosa, le nostre esigenze erano sostituire Rajkovic, poi a centrocampo Bouy è andato via e Hiljemark è sul mercato: queste erano le esigenze». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero