Roma, Over 30 in missione: pilotare il gran finale prima di dire addio

Dzeko e Fonseca (foto Gino Mancini)
Sono probabilmente - per le aspettative riposte - le tre delusioni stagionali. Sinora Dzeko, Pedro e Smalling non hanno reso come era lecito attendersi. Dovevano essere loro,...

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Sono probabilmente - per le aspettative riposte - le tre delusioni stagionali. Sinora Dzeko, Pedro e Smalling non hanno reso come era lecito attendersi. Dovevano essere loro, insieme a Mkhitaryan, le stelle polari di una squadra giovane e per certi versi inesperta. Per motivi diversi, invece, hanno sin qui deluso. L’inglese non si è mai visto. Da perno del reparto, sinora ha giocato appena 961 minuti in campionato (11 presenze da titolare). Prima una distorsione alla caviglia, poi l’intossicazione alimentare, passando per un’infiammazione al ginocchio e chiudendo con una lesione al bicipite femorale. Una fragilità fisica che a tratti ha fatto temere ad un intervento chirurgico, escluso però da Fonseca alla vigilia del match con il Napoli (20 marzo).

INIZIO TOP
L’involuzione di Pedro è invece preoccupante. Inizio da top: tre gol e altrettanti assist nelle prime sette giornate di campionato, sempre titolare nelle prime dieci. Poi, dopo l’espulsione per doppia ammonizione contro il Sassuolo (6 dicembre), qualcosa è cambiato. Lo spagnolo ha iniziato a giocare meno, si è infortunato (sei le partite saltate per due lesioni muscolari) e il suo rapporto con Fonseca si è incrinato. Il colloquio fitto prima del match con la Fiorentina e la richiesta (plateale) di spiegazioni dopo la sostituzione con il Napoli, sono lì a testimoniarlo. Numeri alla mano, un solo gol (tra l’altro ininfluente, il 3-0 in pieno recupero all’Udinese) nelle ultime 13 apparizioni. Numeri che non sorridono nemmeno a Dzeko. Il discorso relativo a Edin, per certi versi è simile a quello dell’ex Chelsea. Partenza sprint (3 reti nelle prime 5 gare), frenata col Covid, per poi accelerare a dicembre (4 gol in 5 match) sconfinando al 3 gennaio, che rimane la data del suo ultimo centro in campionato (contro la Sampdoria). La lite con Fonseca nel post Roma-Spezia di Coppa Italia, l’esclusione, la fascia tolta, hanno regalato un altro calciatore nel 2021. Quando iniziava a dare segnali di risveglio (due gol al Braga), il nuovo stop. 

FINALE DA PROTAGONISTI


Ora per il finale di stagione, si attende un cambio di marcia. Perché nelle partite andata e ritorno in Europa League, l’esperienza, la classe, il carisma e il valore dei tre sono chiamati a fare la differenza. Smalling, Pedro e Dzeko - con il recupero di Mkhitaryan - possono regalare alla Roma quel quid in più sia contro la gioventù dell’Ajax ma anche nell’eventuale semifinale contro il Manchester United. Proprio con i Red Devils Smalling e Mkhitaryan furono decisivi nella finale di Europa League vinta nel 2007 contro gli olandese quando l’armeno segnò su assist del difensore. Scenario che a Trigoria si augurano possa ripetersi. Anche perché in ballo, da qui al termine della stagione, c’è anche il prossimo futuro. Non è un mistero che la linea verde e il risanamento economico che Pinto è prossimo a introdurre nel mercato estivo, mal si concilia con i 4 over 30 (35 Edin, 33 Pedro, 32 Mkhitaryan, 31 Smalling) dagli stipendi onerosi (insieme ‘pesano’ per circa 18 milioni netti). Il sacrificio (economico) si fa se arrivano i risultati. Che al momento latitano.

 

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Il Messaggero