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Sono probabilmente - per le aspettative riposte - le tre delusioni stagionali. Sinora Dzeko, Pedro e Smalling non hanno reso come era lecito attendersi. Dovevano essere loro, insieme a Mkhitaryan, le stelle polari di una squadra giovane e per certi versi inesperta. Per motivi diversi, invece, hanno sin qui deluso. L’inglese non si è mai visto. Da perno del reparto, sinora ha giocato appena 961 minuti in campionato (11 presenze da titolare). Prima una distorsione alla caviglia, poi l’intossicazione alimentare, passando per un’infiammazione al ginocchio e chiudendo con una lesione al bicipite femorale. Una fragilità fisica che a tratti ha fatto temere ad un intervento chirurgico, escluso però da Fonseca alla vigilia del match con il Napoli (20 marzo).
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L’involuzione di Pedro è invece preoccupante.
FINALE DA PROTAGONISTI
Ora per il finale di stagione, si attende un cambio di marcia. Perché nelle partite andata e ritorno in Europa League, l’esperienza, la classe, il carisma e il valore dei tre sono chiamati a fare la differenza. Smalling, Pedro e Dzeko - con il recupero di Mkhitaryan - possono regalare alla Roma quel quid in più sia contro la gioventù dell’Ajax ma anche nell’eventuale semifinale contro il Manchester United. Proprio con i Red Devils Smalling e Mkhitaryan furono decisivi nella finale di Europa League vinta nel 2007 contro gli olandese quando l’armeno segnò su assist del difensore. Scenario che a Trigoria si augurano possa ripetersi. Anche perché in ballo, da qui al termine della stagione, c’è anche il prossimo futuro. Non è un mistero che la linea verde e il risanamento economico che Pinto è prossimo a introdurre nel mercato estivo, mal si concilia con i 4 over 30 (35 Edin, 33 Pedro, 32 Mkhitaryan, 31 Smalling) dagli stipendi onerosi (insieme ‘pesano’ per circa 18 milioni netti). Il sacrificio (economico) si fa se arrivano i risultati. Che al momento latitano.
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Il Messaggero