Olimpiadi Pechino, Hofer: «Purtroppo questa è una medaglia di legno»

Lukas Hofer (32), atleta olimpico azzurro
Per l’Italia la neve di Zhangjiakou è amara come il fiele. A nulla vale a Lukas Hofer una rimonta spettacolare nell’inseguimento 12,5 km di biathlon:...

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Per l’Italia la neve di Zhangjiakou è amara come il fiele. A nulla vale a Lukas Hofer una rimonta spettacolare nell’inseguimento 12,5 km di biathlon: l’azzurro termina quarto, un risultato impressionante se si considera che partiva quattordicesimo e ha finito davanti a un mostro sacro come Johannes Boe. Però quello che gli resta «è una medaglia di legno», per usare le sue parole. «Rimane la buona performance che ho fatto durante tutta la gara, fare zero errori al tiro oggi non era per niente facile. Ho anche ritrovato una bella condizione fisica». Mentre nella Coppa del Mondo pesa anche un quarto posto, qui purtroppo è una grande delusione «perché sono stato molto vicino a una medaglia che sto cercando da tanto tempo». Se il tempo sarà galantuomo, Lukas potrebbe rifarsi del rospo ingerito, magari in una mass start indimenticabile: «Prendo il meglio di oggi e riparto per le prossime gare», il suo commento abbottonato. La nevicata imponente che ha imbiancato Zhangjiakou non ha influito più di tanto sulla gara del 32enne di Brunico, dato che tutti partivano con lo stesso tempo. «Non è stato come ieri, quando essendo partito con un numero alto avevo gli ultimi giri abbastanza lenti». Insomma, stavolta era dura per tutti allo stesso modo, almeno ma si sapeva dall’inizio: «Ho sciato con tanta grinta dall’inizio alla fine, è mancata quel poco che non mi ha permesso di salire sul podio». Lukas è arrivato in Cina dopo una stagione complicata, tra l’infortunio alla spalla (che conta di risolvere a fine stagione) e problemi di altro tipo («A cui preferisco non accennare». Adesso restano ancora due gare, in cui è fondamentale crederci fino all’ultimo: «La mass start? Sarà un nuovo un nuovo libro da scrivere». E speriamo che si chiuda con una medaglia dopo una giornata davvero sfortunata.

 

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Il Messaggero