PYEONGCHANG Una stretta di mano che può cambiare la storia. Quella tra Moon Jae-in, il presidente della Corea del Sud, e Kim Yo-jong, sorella del leader del Nord, è...
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La terza propone le mani di due giocatrici di hockey, una del Nord l'altra del Sud, che stringono insieme la fiaccola, salendo all'unisono i gradini verso il tripode. È questa la passerella della concordia e della letizia, un momento toccante che precede l'esibizione sui pattini di Yuna Kim, l'olimpionica di pattinaggio, figura che accende il calderone.
IL MESSAGGIO
La quarta è il volto sorridente del presidente del Cio Thomas Bach, che dal palco rivolgendosi agli atleti riassume così il senso della nottata gelida sotto il trentottesimo parallelo: «Questo è il momento che tutti aspettavamo, dovete essere fieri di tutto ciò. Il potere dello sport serve a unificare e non a dividere. Nel 2016 abbiamo presentato a Rio la nazionale dei rifugiati, adesso ci adoperiamo per le Coree». Poi da parte del numero uno della famiglia olimpica parte un invito diretto ai protagonisti dei Giochi a «gareggiare lealmente, rispettando le regole». Se ciò accadrà il messaggio di pace si trasferirà dalle tribune alle piste di sci e alle lastre di ghiaccio.
La cerimonia inaugurale ha trasmesso al mondo un messaggio di serenità come mai in precedenza era stato visto sul palcoscenico a cinque cerchi. Il fuoco di Olympia brilla nella notte gelida della Corea, ma la sensazione di freddo è spazzata via dalla potenza simbolica dei gesti visti nel Pentagono a cielo aperto di Pyeongchang.
D'altronde il titolo dello show, La pace in movimento, era già un programma. In due ore è andato in scena un lungo viaggio di cinque bambini alla scoperta della storia e della cultura della Corea. Gli infanti hanno osservato un Paese in armonia dove natura e popolazione trasmettono gioia. Attraversando il fiume del tempo e arrivando alla porta del futuro i bambini hanno compreso quanto sia bello costruire la pace. Gli abiti tradizionali coreani sono stati sfoggiati da migliaia di figuranti, mentre il k-pop ha fatto da colonna sonora.
LA SFILATA
La parata degli atleti è stato un festival di costumi. Una processione di 92 nazioni e più di 2.900 tra ragazze e ragazzi. Ad aprire le danze è stata la Grecia, poi l'alternarsi sul palco di volti noti e perfetti sconosciuti a sventolare i vessilli nazionali. Dal messicano col sombrero allo skeletonista del Ghana, fino a Noriaki Kasai, Martin Fourcade e Anna Fenninger. L'unico incurante del gelo è stato il portabandiera di Tonga Pita Taufatofua che come a Rio - dove gareggiò nel taekwondo, mentre qui lo farà nello sci di fondo - si è presentato a torso nudo con gli infradito ai piedi.
Gli italiani hanno indossato piumino lungo, pantaloni da sci, pile e scarponcini alti. Il tutto colorato di blu navy e firmato Armani. Una sorridente Arianna Fontana ha sventolato il tricolore, mentre i compagni erano intenti a fare fotografie. Curiosa la scelta del Canada di affidare la bandiera alla coppia di danza Virtue-Moir. Rumorosi gli statunitensi, silenziosi i russi, sfilati in jeans e cappotto grigio senza bandiera. Numerose le nazioni salutate in tribuna da importanti rappresentanti politici. Per l'Italia era presente il ministro dello Sport Luca Lotti. A suggellare il messaggio di pace è stata la canzone Imagine di John Lennon, durante la quale si sono accese migliaia di candele che poi hanno formato una colomba, mentre in cielo apparivano i cinque cerchi. Il fuoco brilla, i Giochi possono cominciare, da oggi si lotta per le medaglie. Il pubblico esce dallo stadio infreddolito, ma contento di aver assistito dal vivo a una cerimonia destinata a entrare nella storia.
«Sono molto emozionata per questa riunione tra i nostri Paesi».
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Il Messaggero