Milan, occasione, scommessa o favore? Balotelli bis tra dubbi e perplessità

Milan, occasione, scommessa o favore? Balotelli bis tra dubbi e perplessità
ROMA Inter, Manchester City, Milan, Liverpool, di nuovo Milan, ormai pare certo. Quanti giocatori hanno avuto l'opportunità di essere chiamati da così tante squadre così...

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ROMA Inter, Manchester City, Milan, Liverpool, di nuovo Milan, ormai pare certo. Quanti giocatori hanno avuto l'opportunità di essere chiamati da così tante squadre così importanti? Finally Mario, se ce n'è uno. Mario Balotelli, of course. Eppure, ovunque è andato, è stato un insuccesso. Adesso erano tre mesi che nel centro sportivo del Liverpool praticamente non gli facevano mettere piede. Niente tournée asiatica con i compagni, neanche un minuto nelle amichevoli estive, quelle dove in campo vanno proprio tutti… Roba da annegare la disperazione in una mattana nuova, come da abitudini vecchie. E invece, niente. Non una parola fuori posto, né una risposta ai tanti che dicevano che persino la Sampdoria di Ferrero e Cassano avrebbe sbagliato a prenderlo. «Pazienza e i risultati arriveranno presto. Che mi crediate o no», la sua ultima uscita preveggente, sul solito “social”.

CI RISIAMO

Balotelli un'altra volta al Milan. La mela marcia che Berlusconi non avrebbe voluto per evitare che infettasse l'intero spogliatoio. Un giudizio, fra l'altro, mai modificato, nonostante i noti sbalzi d'umore dell'ex cavaliere. «Vi ricordo che è stato preso contro il mio parere» ebbe modo di dire anche dopo che Balotelli aveva aiutato, eccome, il Milan a conquistare nel 2012 la sua ultima qualificazione in Champions. E ancora: «L'importante è che tu non faccia il Balotelli», il suggerimento del patron rossonero a Destro appena arrivato a Milanello. Come fosse la causa di tutti i mali. E invece rieccolo. «Certi amori non finiscono», il ritornello della canzone preferita da Galliani, nonostante i grandi ritorni al Milan siano stati tutti un mezzo disastro. E allora perché? Un favore a Raiola? Come se ne avesse bisogno, gli va sempre bene (a suo modo è un genio e Balotelli senza di lui non esisterebbe più). Un puntiglio di Mihajlovic? Forse sì, ambizioso com'è, gli piacerebbe passare alla storia come l'allenatore che l'ha resuscitato. In ogni caso, i dubbi sono tanti. Forse sarebbe stato meglio provare a rinascere lontano dall'Italia, o comunque in una squadra meno esposta. Poi uno incappa nel tweet di Salvini - «Balotelli di nuovo al Milan? No grazie. Caro Mario da milanista rimani dove sei» - e cambia subito idea: questo ritorno forse è invece la prova che viviamo in un Paese migliore, nel quale tutti hanno una seconda, magari anche una terza e una quarta chance, nel quale l'integrazione non è soltanto uno slogan propagandistico. Forse. L'importante è crederci. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero