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Il carniere azzurro in quel di Budapest, mondiali di nuoto appena cominciati alla Duna Arena, è già ricco: una medaglia di bronzo (nella staffetta 4x100 stile libero maschile, cartina di tornasole della bontà di un movimento, anche perché qui l’Italia non si affida a un solo fuoriclasse ma punta sul gruppo) e due record nazionali nei 50 farfalla. Un protagonista in tutte e tre le imprese: Thomas Ceccon.
DA LECCARSI I BAFFI
Thomas Ceccon, baffuto ventunenne di Thiene, provincia di Vicenza, si “sbugiarda” da solo. Al record italiano di mattina nei 50 farfalla (22.88) aveva detto: “Non lo farò mai più”. Nella semifinale del pomeriggio effettivamente non lo ha fatto, perché è andato ancora più veloce: 22.79 ed è questo il nuovo limite nazionale. “E ho pure fatto l’arrivo troppo lungo, sbagliandolo” sorride. “Il podio ce lo giochiamo”.
Il gioco è la sua cifra; Thomas dice che è “per gioco” che nuota i 50 farfalla, “perché mi trovo molto meglio nei 100 dorso”. Domani sarà chiamato a un supplemento di fatica, giacché se al mattino si qualificasse per la semifinale pomeridiana del doppio, qualche minuto dopo quest’ultima avrà la finale della farfalla.
“Il nuovo record è un tempo da podio” dice. Effettivamente lo è: è il secondo del ranking ed è uguale al centesimo a quello stampato da Caeleb Dressel, i due sono preceduti dall’inglese Proud. Curiosità statistica: anche in batteria Thomas e l’americano avevano chiuso con lo stesso tempo.
FATICA DOPPIA PER UN BRONZO
Quanto alla fatica doppia, Ceccon non è tipo da tirarsi indietro, nuotatore multitasking qual è: anche oggi tra una “sfarfallata” e l’altra, gli è toccata una frazione di staffetta nel quartetto della 4x100 stile libero maschile.
MENO FATICA
Chi invece ha faticato meno del solito, almeno era questa la sua e generale impressione, è stato Nicolò Martinenghi; in semifinale dei 100 rana, il suo 58,46 è da corsia 4 in finale di domani, perché è il migliore davanti a quello dell’americano Fink, suo secondo in semi, e di Arno Kamminga, l’olandese che andava più lento perché sapeva dell’altra gara.
Finalisti, dunque, tre dei quattro previsti “approfittatori” dell’assenza del marziano Peaty, mentre era nono, e dunque eliminato, l’astro americano Andrew.
“Sono molto contento, è andata come volevo, i tempi sono quelli che avevamo pensato con Marco Pedoja, negli ultimi cinque metri ho dato pure una bracciata in più”.
“TULLIO” E IL PRIMO CAMPIONE
Il primo titolo di Budapest 2022, quello dei 400 stile libero maschili, è stato di Eljah Wittington, australiano della Gold Coast dove nuotano tutti. Ha preceduto, 3.41:22, il giovane emergente tedesco Lukas Martens, probabile avversario di Greg e Gabri nelle distanze più lunghe.
Quinto Marco De Tullio, detto “Tullio”: è stato terzo fino all’ultima virata, poi si è perduto, finendo quinto. 3:44.14 il suo tempo, sua un po’ di delusione anche se si consola dicendo “il podio verrà” e “vado a riposarmi, ci sono ancora i 200 e la 4x100”. “Non vedevo nulla”, dice, alludendo alla posizione laterale in corsia 8, “ma questo 3:43 non viene mai…”.
L’ASTRO NASCENTE E LA STELLA FILANTE
Arrivano stelle nuove nell’anno post olimpico: l’uomo del primo giorno è il francese Leon Marchand che ha vinto i 400 mistiin 4:04.28, togliendo il primato europeo a Laszlo Cseh e facendo tremare quello mondiale (4:03,84) di Michael Phelps. Non meraviglierebbe la prossima caduta: del resto Marchand s’è affidato a Bob Bowman, l’aòòenatore che ha accompagnato dall’inizio alla fine la carriera di Phelps.
Fra le stelle nuove anche Summer McIntosh, non ancora sedicenne canadese: è stata “solo” seconda nei 400 stile libero delle ragazze, ma la prima era Katie Ledecky… Katie che sta di nuovo nuotando alle sue altezze vertiginose.
Risultati e programma sul sito www.federnuoto.it.
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Il Messaggero