Quadarella, una bambina al... Veleno che chiese l'autografo alla Filippi

Quadarella, una bambina al... Veleno che chiese l'autografo alla Filippi
Una bambina di nome Simona, ma che la mamma aveva ribattezzato Veleno...

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Una bambina di nome Simona, ma che la mamma aveva ribattezzato Veleno (o Fenomeno come l’hanno ribattezzata nella sua Borgata Ottavia), e non servono spiegazioni sul perché, un giorno al Foro Italico si avvicinò, con una piccola corte di amichetti, ad Alessia Filippi. Sfrontata più degli altri, le chiese l’autografo. Alessia firmò. Non era ancora selfie-mania. Ora i figli di Alessia Filippi (ne ha due) magari si avvicineranno a Simona Quadarella e le chiederanno, loro sì nativi digitali, un selfie. Simona sorriderà come faceva ieri ad ogni richiesta nella piscina mondiale di Gwangju: è una ragazza che non si tira indietro. Sa cavalcare la popolarità. E lo scherzo: s’è anche prestata per una foto “a cavacecio”, cioè sulle spalle, del suo allenatore Minotti. Un gesto scaramantico che ricordava i trionfi europei. Repetita juvant, o almeno perché non provarci se porta bene? Simona è la quarta donna campionessa mondiale per il nuoto italiano. Due, lei ed Alessia, sono “romane de Roma”. Le altre due venete. La prima, anno 1973, fu Novella Calligaris: altri tempi, altro nuoto, e allora avere ragazzi di quel calibro era una fortuna per l’Italia, figurarsi ragazze. E poi quand’erano così brave, grandi anche se piccole di corporatura, smettevano giovanissime. Neppure c’era il tempo di affezionarsi. L’altra di tempo ne ha dato, veneta anche lei come Novella: Federica Pellegrini. Federica da sola di ori mondiali ne ha vinti quasi il doppio delle altre tre messe insieme: ne ha vinti cinque! Le tre, Novella, Alessia e Simona, nuotavano (e la Quadarella nuota e nuoterà: non ha compiuto venuno anni) le lunghe distanze. Simona ha voglia di provare anche quelle meno lunghe, come i 400, dei quali è campionessa europea in carica, come degli 800 e dei 1500. Di tutte queste, per affinità di luogo natio e di tifo calcistico, giallorosso come si sa, l’idolo di bambina è, come racconta la storia dell’autografo, Alessia Filippi. Non è un idolo ma una avversaria da rispettare Katie Ledecky che ieri ha rinunciato di mattina ad affrontare la Pellegrini sui 200 e di sera la Quadarella sui 1500. Accerchiata dalle azzurre si è arresa? Non precisamente: ha un problema fisico e vuole rimettersi in sesto per gli 800. Ma intanto l’Italia si gode la “Ledecky de noantri”, che aspetta l’americana sulla sua acqua preferita, le 30 vasche dei 1500 metri, quando sarà. La Ledecky ha nove delle 10 migliori prestazioni di sempre sulla distanza. Ma i tempi passano, come il tempo. E laggiù, non troppo lontano di lì, c’è lo skyline di Tokyo… Certo se guarirà per gli 800 Katie avrà il dente avvelenato. L’Italia e Roma avranno tutta Veleno
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Il Messaggero